
È la mattina di domenica e i seggi sono aperti dalle 7, con gli elettori chiamati a scegliere il nuovo governo regionale in Veneto, Campania e Puglia. Una tornata che pesa anche sul quadro nazionale, perché nelle tre regioni si confrontano figure già note ai rispettivi territori e con un profilo politico capace di incidere sugli equilibri dei partiti. La partecipazione delle prime ore offre un primo segnale dell’interesse verso sfide che intrecciano sanità, infrastrutture, gestione dell’energia e rapporto con il governo centrale. Le tre competizioni presentano dinamiche diverse ma tutte ad alta intensità politica, con candidati che hanno imposto temi, linguaggi e priorità molto riconoscibili durante tutta la campagna elettorale.
La posta in gioco non riguarda solo le amministrazioni locali: è un voto che misurerà la tenuta delle coalizioni e la forza dei singoli candidati in territori decisivi. In ogni regione si fronteggiano tre poli principali, con profili diversi e strategie modellate sui bisogni specifici dei territori. Veneto, Campania e Puglia rappresentano così tre laboratori politici da osservare per capire se gli elettori confermeranno i percorsi degli ultimi anni o se sceglieranno una svolta nei programmi e nello stile di governo.
Veneto, la sfida tra Alberto Stefani e Giovanni Manildo
In Veneto il centrodestra schiera Alberto Stefani, figura di continuità amministrativa che ha costruito la propria campagna sui temi dell’autonomia regionale, della gestione della sanità e delle infrastrutture. Il centrosinistra risponde con Giovanni Manildo, che punta a un modello amministrativo più orientato alle politiche ambientali, alla riorganizzazione dei servizi territoriali e al miglioramento dei trasporti. A completare il quadro ci sono i candidati civici, che provano a intercettare la parte più disillusa dell’elettorato, insistendo su sicurezza, mobilità e rapporti tra Regione e Comuni.
Il dibattito si è concentrato soprattutto sulla parola chiave autonomia, che divide i candidati e rappresenta uno dei dilemmi principali dell’intero Nord. Stefani ha trasformato l’autonomia in un simbolo identitario, mentre Manildo ha chiesto un rapporto più equilibrato con lo Stato centrale. È una sfida che va oltre il perimetro regionale e che potrebbe incidere direttamente sugli equilibri nazionali.
Campania, il confronto diretto tra Roberto Fico ed Edmondo Cirielli
In Campania a sfidarsi sono soprattutto Roberto Fico per il centrosinistra e Edmondo Cirielli per il centrodestra. Fico has puntato sui temi della sanità regionale, del welfare e della continuità amministrativa, proponendo un modello che insiste sulla riorganizzazione dei servizi. Cirielli ha impostato invece una campagna orientata a sicurezza, trasporti, rilancio industriale e contrasto al degrado, con l’obiettivo di proporre una discontinuità netta rispetto agli ultimi anni. Il terzo polo, rappresentato dal Movimento 5 Stelle, prova a mantenere un proprio spazio, ma il confronto principale resta tra i due candidati più strutturati.
La campagna elettorale è stata dominata da due questioni centrali: infrastrutture e gestione dei rifiuti. Sono i temi che hanno polarizzato l’attenzione e su cui i due candidati principali hanno cercato di imporre una narrazione alternativa. La Campania è una regione cruciale nella geografia politica del Sud, e l’esito del voto potrebbe ridefinire equilibri e leadership nel panorama nazionale.
Puglia, Antonio Decaro contro Luigi Lobuono per il nuovo ciclo politico
In Puglia la sfida principale vede opposti Antonio Decaro per il centrosinistra e Luigi Lobuono per il centrodestra. Decaro ha incentivato un programma incentrato su agricoltura, energia, politiche sociali e modernizzazione dei servizi regionali. Lobuono ha costruito la propria candidatura sulla sicurezza, sullo sviluppo portuale e sulla riorganizzazione della sanità, con l’obiettivo di proporre un cambio di passo rispetto agli ultimi cicli amministrativi. Accanto ai due principali, si muovono candidati civici che insistono su innovazione amministrativa e transizione ecologica.
La contesa pugliese si è giocata soprattutto attorno ai temi dell’agricoltura e dell’energia, due pilastri dell’economia regionale che hanno modellato l’intera campagna. La Puglia è stata negli ultimi anni un laboratorio politico per il fronte progressista e il centrodestra punta apertamente a ribaltare questo ciclo. Il risultato finale dirà se la Regione confermerà l’orientamento precedente o se aprirà un nuovo equilibrio.


