
La giornata elettorale che chiude il 2025 mette di fronte non solo tre regioni decisive ma anche il confronto a distanza tra Meloni e Schlein, ultimo passaggio politico prima dell’anno nuovo. Le urne sono aperte fino alle 15 di lunedì 24 novembre in Veneto, Campania e Puglia, con l’obiettivo di eleggere i nuovi consigli regionali e i nuovi presidenti. Un voto che pesa, non tanto per i ribaltoni possibili, quanto per i rapporti di forza interni alle coalizioni.
Non è soltanto una partita su chi vince, ma su quanto vince. Il dato numerico, in queste tre regioni, rischia di diventare la vera chiave politica del day after. In Veneto, dopo quindici anni, finirà l’era di Luca Zaia: un ciclo lungo, identitario, che dovrebbe chiudersi – salvo sorprese – con il passaggio di consegne al vicesegretario della Lega Alberto Stefani. Una transizione che il centrodestra considera ordinata e senza terremoti, ma che segna comunque la fine di un simbolo nazionale.
Sfida aperta in Campania
In Campania la tensione è palpabile. È qui che si gioca il confronto più incerto, quello che il centrosinistra considera uno snodo politico e che il centrodestra vuole trasformare in una vittoria simbolica. La sfida è tra Roberto Fico, candidato di centrosinistra ed esponente del Movimento 5 stelle, e Edmondo Cirielli, volto di Fratelli d’Italia. È la corsa più serrata, quella che può incidere sul peso specifico dei leader nazionali e sulla narrazione del voto.
Veneto e Puglia verso la continuità
In Puglia, invece, la distanza appare già marcata. Qui il “campo largo” ha scelto di puntare su Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e tra i più votati alle ultime Europee. Il suo avversario, Luigi Lobuono, imprenditore ed ex presidente della Fiera del Levante, parte da molto più indietro. La regione sembra orientata verso una continuità politica già evidente nelle prime analisi dei flussi, anche se il dato finale arriverà soltanto a urne chiuse.

