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Orrore a Qualiano, coltellate atroci nel buio: l’ex evade dai domiciliari e la massacra. Arrestato

Pubblicato: 23/11/2025 09:30

Una violenza brutale, consumata nel buio del parco Cerqua, a Qualiano, ha rischiato di trasformarsi nell’ennesimo femminicidio. Lei, 35 anni, è stata trovata riversa a terra, immersa nel suo sangue, con sette colpi inferti alla testa, al torace, al braccio e fino all’addome. Una sequenza feroce, silenziosa, che ha lasciato sul terreno non solo ferite ma la traccia di una furia incontrollata. È accaduto poco dopo le 21.30, in una zona frequentata soprattutto di giorno e diventata teatro di un tentato omicidio.

Lui, 29 anni, il suo ex compagno, era ai domiciliari a Calvizzano, con un braccialetto elettronico non antistalking. Quando i carabinieri lo hanno trovato, cinque ore dopo, era a casa sua. Non è chiaro se il dispositivo abbia funzionato correttamente o se sia stato aggirato, ma un coltello — non ancora confermato come arma del delitto — è stato sequestrato.

“È stata fortunata”: la corsa in ospedale e la testimonianza che lo incastra

La 35enne è viva per miracolo. Trasportata d’urgenza in codice rosso, è arrivata in ospedale con ferite profonde che, per una sorta di incredibile casualità, non hanno intaccato organi vitali. I medici parlano chiaro: «È stata fortunata». Un termine che stona con la scena di cui è stata protagonista, ma che racconta quanto quei colpi avrebbero potuto essere letali.

A inchiodare il presunto aggressore sono state innanzitutto le parole della stessa vittima, che lo ha riconosciuto nonostante il panico e il sangue che le appannava la vista. Poi, le telecamere di sorveglianza: movimenti compatibili, una sagoma inequivocabile, un percorso che porta dritto a lui. Non era un volto nuovo per gli investigatori. La storia tra i due era finita, ma la violenza no.

Il precedente: vetri spaccati, inseguimenti e denunce che non hanno fermato l’escalation

A marzo c’era già stato un grave episodio. Lui la seguiva ovunque, la tempestava, le stava addosso. Un giorno, mentre lei era in auto, la raggiunse e spaccò il finestrino con un colpo netto. Lei fuggì in preda al terrore fino a Marcianise, dove trovò la forza di denunciare tutto ai carabinieri.La risposta giudiziaria arrivò, ma con falle evidenti: agli arresti domiciliari e con un braccialetto elettronico sì, ma non antistalking.
Quello che segnala solo l’allontanamento dall’abitazione, non l’avvicinamento alla vittima. È una differenza che può segnare il confine tra la vita e la morte.

L’arresto: trovato in casa, mentre lei lottava in ospedale

Dopo ore di ricerche, i carabinieri della radiomobile di Giugliano hanno bussato alla sua porta nella notte. Lui era lì, tranquillo, come se nulla fosse accaduto, mentre la donna combattéva tra le sue ferite. È stato arrestato con le accuse di evasione e tentato omicidio. Ora si trova in carcere, mentre gli inquirenti cercano di capire se il dispositivo elettronico abbia fallito o sia stato eluso. Un’altra storia che racconta non solo la violenza di un uomo, ma anche le crepe di un sistema che ancora non riesce a proteggere del tutto chi denuncia.

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Ultimo Aggiornamento: 23/11/2025 09:35

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