
Il cielo è ancora buio quando la terra inizia a muoversi in tre punti diversi della Campania, una sequenza di piccoli sussulti che non crea danni ma richiama un’attenzione inevitabile. Tra il Vesuvio, i Campi Flegrei e l’Irpinia, nella notte si registrano tre scosse distinte, ciascuna con caratteristiche proprie, ciascuna legata a fenomeni diversi. Una linea sottile di preoccupazione attraversa i territori, complice anche il calendario: oggi è il 23 novembre, il giorno in cui si ricorda il grande terremoto del 1980, una ferita che in Irpinia non si è mai davvero chiusa. I tracciati degli strumenti dell’Osservatorio Vesuviano segnano il ritmo delle ultime ore, mentre sui social rimbalza la domanda di sempre: “Sono collegate?”. La risposta, ancora una volta, è no.
Il primo episodio della serie si verifica in Irpinia, alle 23.44 di sabato sera, quando un lieve sisma di magnitudo 1.4 con epicentro a Melito Irpino scuote la zona fino a Grottaminarda. Poche ore dopo, alle 3.10, tocca al Vesuvio, con un evento di magnitudo 1.7 localizzato nel Gran Cono, a pochi metri di profondità, poco distante da Massa di Somma. L’ultima scossa arriva questa mattina alle 7.35: magnitudo 1.6 con epicentro nella zona della Solfatara, a Pozzuoli, a una profondità di circa 2 chilometri. Tre scosse leggere, senza conseguenze, ma sufficienti a riaccendere l’attenzione su tre territori che vivono dinamiche sismiche e vulcaniche completamente differenti.
Tre aree diverse, tre fenomeni distinti
Secondo l’Osservatorio Vesuviano i tre sistemi non comunicano tra loro e non esiste alcun meccanismo comune che colleghi gli episodi. Il Vesuvio resta in stato di allerta verde: è un vulcano in quiescenza, e le scosse che si verificano nell’area del Gran Cono sono attribuite ai movimenti di assestamento della caldera, che in questa fase tende ad abbassarsi. Situazione opposta ai Campi Flegrei, dove l’allerta è gialla e il fenomeno dominante è il bradisismo, con il lento sollevamento del suolo che da mesi genera una sequenza continua di piccoli terremoti. L’evento di questa mattina potrebbe essere stato accompagnato da un boato, come spesso accade nella zona della Solfatara.
L’Irpinia, invece, segue una logica completamente sismica: qui non c’è dinamica vulcanica, ma un sistema di faglie ancora attivo che in passato ha prodotto terremoti devastanti. La scossa di ieri rientra nei micro-sismi tipici dell’area, ma la ricorrenza del 23 novembre rende ogni vibrazione più carica di significato. Proprio ieri, ai Campi Flegrei, si era registrato anche un evento di magnitudo 3.0, a conferma di una fase ancora vivace.
Il quadro sui Campi Flegrei
Per il sisma di questa mattina l’Osservatorio Vesuviano ha comunicato al Comune di Pozzuoli un evento di magnitudo 1.6 ± 0.3 nei pressi di via Solfatara, avvenuto alle 07:35 locali a una profondità di 2,3 chilometri. L’istituto segnala che il movimento tellurico potrebbe essere stato accompagnato da un boato avvertito nell’area più prossima all’epicentro, un fenomeno tipico in presenza di camere superficiali di gas e cavità naturali.


