
Il buio denso e avvolgente dell’oceano notturno inghiottiva ogni suono, lasciando solo il rumore costante e rassicurante dello scafo che fendeva le onde. A bordo di quel gigante illuminato, un microcosmo di vacanze e serenità, un uomo di 73 anni si è trovato improvvisamente solo, scomparendo nel vasto e freddo abbraccio del mare. Nessuno si è accorto della sua caduta, avvenuta nelle prime ore del mattino.
Per ore, mentre il sole si levava sull’orizzonte, la nave ha continuato la sua rotta indisturbata, portando con sé la routine e le gioie dei suoi passeggeri, ignari che uno di loro non fosse più a bordo. Quando finalmente l’allarme è scattato, il ritardo era ormai incolmabile. Il gigante d’acciaio ha dovuto compiere una dolorosa inversione di rotta, tornando sui suoi passi in una disperata e vana caccia nell’immensità blu, un’operazione che si è conclusa con la cupa consapevolezza che l’uomo era stato inghiottito per sempre.
Dettagli della scomparsa e la navigazione notturna
Il dramma si è consumato nella notte tra venerdì e sabato, intorno alle 4:30 del mattino ora locale, mentre la grande nave da crociera, con i suoi 11 ponti e la capacità di ospitare fino a 1750 passeggeri, procedeva al buio. Il pensionato, originario di un sobborgo di Melbourne, è precipitato in mare. L’incidente, come successivamente stabilito dalle autorità, non è ritenuto sospetto. La caduta è avvenuta in un momento di buio pesto e in un’area dove la vastità dell’oceano ha immediatamente ridotto al minimo le speranze di sopravvivenza. La nave, diretta verso Auckland durante un tour tra Australia e Nuova Zelanda, ha continuato a navigare nel Mar di Tasman per un intervallo di tempo cruciale e purtroppo fatale, con l’equipaggio e i viaggiatori inconsapevoli della tragedia appena consumatasi.
Il ritardo nel dare l’allarme e l’inversione di rotta
La mancanza di allerta immediata ha rappresentato il fattore determinante e più drammatico della vicenda. I passeggeri hanno percepito per la prima volta un’anomalia nella navigazione solo verso mezzogiorno di sabato, a molte ore di distanza dalla scomparsa. A quel punto, la nave ha effettuato una decisa inversione di rotta, tornando indietro per percorrere a ritroso il tragitto già compiuto, nel tentativo di raggiungere la zona stimata della caduta. Nonostante il ritardo di circa sette ore tra l’incidente e l’inizio delle operazioni, sono stati immediatamente attivati i protocolli di emergenza previsti in questi casi. L’equipaggio si è mobilitato rapidamente, presidiano i ponti e impiegando sofisticate telecamere termiche per scansionare la superficie dell’acqua, alla ricerca di qualsiasi segno del passeggero disperso.
L’annuncio del capitano e l’esito negativo delle ricerche
Nonostante gli sforzi intensi e prolungati dell’equipaggio, le ricerche non hanno dato alcun esito positivo. Dopo circa cinque ore dedicate alle operazioni di ricerca e salvataggio, il capitano della nave ha comunicato ai passeggeri il tragico fallimento. L’annuncio, descritto da un altro viaggiatore come “piuttosto cupo e un po’ inquietante”, ha confermato che ogni speranza di ritrovare l’uomo era svanita. La constatazione della scomparsa ha portato alla presunzione della morte del pensionato. Ottenuto il via libera dalle autorità competenti, la nave è stata autorizzata a riprendere il viaggio verso la Nuova Zelanda. Il dramma ha causato un ritardo di un giorno nell’arrivo a destinazione, ma soprattutto ha lasciato un’atmosfera di profonda afflizione a bordo.
La polizia di Victoria, successivamente, ha emesso una dichiarazione ufficiale per confermare la dinamica degli eventi. Hanno ribadito che non è stato recuperato alcun corpo e che le indagini non hanno rilevato elementi che facciano ritenere la morte sospetta. Verrà preparato un rapporto dettagliato per il medico legale, come previsto dalla normativa. Questo tragico evento ha scosso la tranquillità della crociera, trasformando un viaggio di piacere in una memoria segnata dalla perdita. L’incidente ha innescato una naturale riflessione sui temi della sicurezza a bordo e sull’importanza della prontezza di intervento in situazioni di emergenza in mare aperto. La nave ha poi continuato il suo tour, lasciandosi alle spalle l’eco amaro di un dramma consumato nelle vaste acque del Mar di Tasman.


