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Piano di pace, i 24 punti della controproposta Ue. Meloni: “Lavoriamo su quella di Trump. L’ho sentito, è disponibile”

Pubblicato: 23/11/2025 17:25

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky potrebbe recarsi negli Stati Uniti per discutere direttamente il piano di Washington volto a delineare una possibile risoluzione del conflitto con la Russia. A riferirlo è l’agenzia russa Tass, secondo cui il viaggio sarebbe allo studio in vista di un nuovo round di consultazioni diplomatiche. Intanto, da Washington il Dipartimento di Stato ha smentito alcune frasi attribuite al senatore repubblicano Marco Rubio, secondo cui il Segretario di Stato avrebbe definito il piano americano una «lista dei desideri di Putin».

Sul tavolo resta infatti il dossier in 28 punti elaborato dagli USA come base per un’iniziativa internazionale. Un documento che sta dividendo analisti e governi: alcuni lo ritengono una cornice utile per avviare negoziati, altri – come l’ex comandante statunitense Ben Hodges – lo giudicano «osceno» perché troppo accomodante verso Mosca. A complicare il quadro, l’avanzata russa nel Donbass e l’esaurimento delle forze ucraine in prima linea.

Parallelamente gli alleati occidentali stanno lavorando a Ginevra per mettere a punto una controproposta europea, un testo alternativo in 24 punti destinato a bilanciare alcune richieste ritenute eccessive o non sostenibili contenute nella bozza statunitense. Secondo diverse fonti, l’UE punta a garantire all’Ucraina una cornice di sicurezza più solida, simile all’articolo 5 della NATO, senza però impegnare truppe alleate permanenti sul territorio ucraino in tempo di pace.

Dalla bozza filtrata emerge infatti la volontà di assicurare all’Ucraina un esercito di circa 800mila uomini e di evitare qualsiasi limitazione alla sua industria della difesa. In parallelo, la proposta europea prevederebbe l’utilizzo degli asset russi congelati come strumento di compensazione e ricostruzione. Sul nodo dell’adesione alla NATO, il documento ribadisce che resta vincolata al consenso interno all’Alleanza, mentre conferma l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea.

Nel frattempo, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha ricordato che il ruolo dell’UE nelle trattative «deve essere pienamente riconosciuto», sottolineando anche l’obbligo morale di includere nei negoziati il ritorno forzato dei bambini ucraini deportati in Russia. Ginevra resta il centro operativo delle diplomazie, con incontri paralleli tra rappresentanti ucraini e i delegati di Francia, Germania e Regno Unito.

Dal G20 di Johannesburg arriva intanto la voce della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha definito la fase attuale «una prova di maturità per l’Europa». Meloni ha insistito sul fatto che molte parti del piano statunitense non possono essere attuate senza un impegno diretto dell’UE, sia sul fronte delle garanzie di sicurezza sia su quello della ricostruzione e del percorso di adesione dell’Ucraina.

La premier italiana ha poi rivelato di aver avuto un colloquio telefonico con il presidente americano Donald Trump, nel quale ha percepito «una disponibilità» a lavorare verso una soluzione diplomatica. Meloni ha riferito di aver chiesto a Mosca un segnale concreto, come un cessate il fuoco temporaneo sulle infrastrutture civili e strategiche ucraine.

Rispondendo ai giornalisti, Meloni ha aggiunto che «tutti stanno facendo la loro parte tranne i russi», ribadendo che ogni proposta dovrà comunque puntare a un equilibrio condiviso tra Europa e Stati Uniti. Per questo, a suo avviso, non serve una «controproposta» europea al testo americano, dato che «molti punti sono condivisibili» e sarebbe più utile concentrare energie sulla cornice già esistente.

In attesa della possibile visita di Zelensky negli Stati Uniti, i contatti diplomatici proseguono a ritmo serrato. Secondo il Washington Post, il consigliere americano Witkoff avrebbe riferito che un incontro diretto con Putin potrebbe diventare possibile solo se Kiev accettasse un quadro negoziale preliminare. Ma da Mosca arrivano tutt’altro che segnali distensivi: nelle ultime ore il Cremlino ha annunciato la conquista di tre nuove città nel Donbass, mentre droni ucraini hanno colpito una centrale elettrica nella regione di Mosca, un attacco interpretato come un avviso politico più che militare.

In questo clima di guerra ibrida e manovre diplomatiche parallele, Zelensky prepara dunque una possibile trasferta negli Stati Uniti. Se confermata, potrebbe segnare uno dei momenti decisivi nella ridefinizione dei rapporti di forza tra Washington, Kiev, Bruxelles e Mosca, e nella costruzione di un percorso che – almeno nelle intenzioni – dovrebbe portare più vicino il giorno della pace.

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