
La Coppa Davis ha visto ancora una volta trionfare l’Italia, confermandosi campione per la terza volta consecutiva. La forza del gruppo azzurro è stata determinante, anche senza la presenza in campo di Sinner, Musetti e del numero 26 del mondo, tutti comunque vicini alla squadra con messaggi di incoraggiamento. Dietro la vittoria contro la Spagna si nascondono momenti di grande tensione e solidarietà tra i giocatori, come ha raccontato Matteo Berrettini in conferenza stampa.
Cosa è successo a Berrettini

Il tennista romano ha rivelato il momento più delicato della finale, subito dopo la sua vittoria contro Carreño. Berrettini, infatti, doveva sottoporsi ai controlli antidoping, ma in quel frangente ha ricevuto un messaggio decisivo da Lorenzo Sonego: “Dopo la mia partita ero stato scelto per i controlli antidoping. Mi sono detto ‘ok, perdo i primi 20 minuti di Flavio’, ma i primi 20 minuti sono bastati per il primo set. Lorenzo mi ha scritto ‘vieni subito’”.
Queste parole hanno spinto Berrettini a dare supporto a Cobolli, inizialmente in difficoltà contro Munar, dimostrando quanto la squadra italiana si basi sulla solidarietà e motivazione reciproca.
La forza del gruppo azzurro
Berrettini ha sottolineato l’importanza della connessione tra i compagni, sia in singolare sia in doppio: “Penso che sia la forza e l’arma che abbiamo: siamo insieme, giochiamo insieme, non importa chi sta giocando. È per questo che è speciale”. L’emozione del tennista è palpabile, soprattutto nel ripercorrere le diverse edizioni della Coppa Davis, ciascuna unica per motivi differenti.
“Ogni anno è differente, per ragioni differenti. La prima Coppa l’ho vista da fuori, ho utilizzato quell’energia per tornare; quest’anno ho utilizzato la motivazione di essere qui a Bologna per tornare ad altri livelli. Ci sono tante cose da ricordare. Abbiamo giocato una stagione fantastica, singolare e doppio. Il team è forte, ma soprattutto la connessione tra noi”, ha concluso Berrettini, tra applausi e sorrisi dei compagni.


