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Famiglia nel bosco, l’ordinanza del Tribunale dei minori: cosa manca per far tornare i bimbi a casa

Pubblicato: 24/11/2025 07:28

Le cinque pagine dell’ordinanza del Tribunale dei minorenni chiariscono, al di là delle polemiche, che cosa manca alla famiglia Trevillion-Birmingham per poter continuare a vivere insieme nel casaletto in pietra immerso tra querce e lauri, lungo la provinciale che porta a Vasto. L’abitazione, acquistata nel 2021 per 20mila euro, misura 40 metri quadrati: una cucina e uno stanzone con quattro letti, più una roulotte adiacente.

La relazione del servizio sociale del 23 settembre 2024, accolta dai giudici guidati da Cecilia Angrisano, evidenzia criticità strutturali e igienico-sanitarie. Non è ritenuto accettabile il water a secco collocato in giardino, a 15 metri dalla porta d’ingresso. Inoltre, un rapporto dei carabinieri del 4 ottobre indica che il casaletto sarebbe “instabile” e situato in un’area a rischio sismico. Nessuna utenza risulta allacciata: niente gas, sostituito da stufa e camino; niente luce, rimpiazzata da led alimentati dai pannelli solari; niente acqua corrente, prelevata da una fonte vicina. Segnalati anche problemi di umidità.

Centrale, secondo l’ordinanza, la questione dei tre bambini: Rose Utopia, Galorian e Bluebell, di età compresa tra i sei e gli otto anni, parlano male l’italiano e non frequentano la scuola, scelta sostituita da un percorso di unschooling con i genitori e una maestra molisana. Per i giudici, la mancanza di rapporto con i coetanei e i limiti dell’istruzione domestica possono incidere sullo sviluppo “cognitivo-emotivo”. Sul fronte medico, i piccoli hanno ricevuto una sola vaccinazione alla nascita; nessun richiamo, nessun vaccino Covid; i genitori si sono opposti ai prelievi di sangue, arrivando a chiedere 150mila euro per acconsentire. L’intervento della pediatra è avvenuto solo da luglio, su obbligo dell’assistente sociale. L’ordinanza chiede controlli neuropsichiatrici.

Le controdeduzioni della difesa

L’avvocato Giovanni Angelucci ha avviato la ristrutturazione della casa. Un ingegnere ha predisposto un progetto che sarà presentato a breve: un nuovo vano interno ospiterà il bagno, collegato a un sistema di fitodepurazione finanziato dall’Unione europea. Sarà ricavata anche una stanza per i bambini. Il legale contesta l’immagine di “rudere fatiscente”: la casa, dice, è solida (un certificato di idoneità statica è stato rilasciato da pochi giorni), riscaldata da una cucina economica che tiene gli ambienti a 22 gradi, e dotata di pannelli solari. L’acqua potabile è presa dalle stesse fonti utilizzate dal comprensorio.

Sul piano delle relazioni sociali, la famiglia segnala la propria comunità neorurale, composta da altre famiglie con bambini. Per quanto riguarda la scuola, un istituto comprensivo ha ratificato la richiesta di istruzione parentale: Utopia Rose accederà alla terza elementare, i fratelli inizieranno un percorso affiliato a una scuola bresciana. «Non parlano bene l’italiano», osserva il legale, «ma parlano l’inglese».

Quanto alla disponibilità economica, la difesa respinge le accuse di indigenza: «Hanno due conti correnti, una vettura assicurata, due telefoni, un tablet; pagano tasse e tributi. Hanno ciò che serve per l’essenziale: il superfluo lo rifiutano». Entro la prossima settimana verrà depositato il ricorso contro l’ordinanza, nel tentativo di consentire alla famiglia di continuare a vivere, insieme, il proprio stile di vita nel bosco.

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Ultimo Aggiornamento: 24/11/2025 07:31

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