
«Quando togli dei bambini da una realtà estremamente felice gli crei un trauma enorme e irreversibile». Con queste parole, Alba Parietti interviene duramente sul caso che sta scuotendo l’opinione pubblica: la vicenda dei tre minori allontanati dai genitori che avevano scelto una vita isolata nei boschi del Chietino. Per la conduttrice, una decisione simile rappresenterebbe un errore gravissimo, capace di segnare per sempre i piccoli coinvolti. La showgirl spiega come, a suo avviso, quella famiglia avesse costruito «una realtà idilliaca», basata su libertà, natura e un modello educativo alternativo che non meritava un intervento tanto drastico.
«Erano felici, avevano una istruzione e una loro socialità relativa all’educazione che la famiglia aveva deciso di dargli», ribadisce la conduttrice, sottolineando come ogni nucleo debba avere il diritto di scegliere il proprio stile educativo. Parietti, inoltre, mette a confronto quella situazione con i rischi molto più frequenti presenti nelle case “comuni”.

«L’applicazione della legge deve essere intelligente»
Secondo la conduttrice, ciò che oggi rappresenta un reale pericolo per i minori non è certo crescere immersi nella natura, lontani dalla tecnologia, ma l’opposto. «Trovo molto più diseducativo permettere ai propri figli di accedere a tutti i mezzi tecnologici senza alcun controllo, per cui qualsiasi ragazzino può avere accesso a film porno e a scene violente. A me sembra molto più preoccupante questo», afferma. Da qui il suo affondo contro l’applicazione rigida delle normative sulla tutela dei minori. «Se nell’applicare la legge, invece di dare ai bambini un avvenire migliore, gli crei un trauma, non stai facendo niente di buono», insiste, ricordando che i provvedimenti dovrebbero colpire gli adulti, non ricadere sui più piccoli.
Parietti sottolinea anche come il Paese sembri intervenire con prontezza solo su casi “mediaticamente forti”, dimenticando migliaia di bambini realmente vittime di violenze e abusi quotidiani: «Il mondo è pieno di bambini che vengono abusati, vessati, traumatizzati dalle violenze a cui assistono in casa ed è su quelle famiglie che bisogna intervenire ma nessuno si muove».
«Questo caso è diventato politico, e i bambini stanno pagando»
La conduttrice denuncia l’uso strumentale della vicenda nel dibattito pubblico, parlando di un clima di divisione che nulla ha a che fare con l’interesse dei minori: «Nei paesi seri le questioni sociologiche che riguardano abusi su donne, uomini e bambini non diventano fonti di discussioni politiche, in Italia purtroppo sì». Cita poi l’esempio della Spagna, dove sulla violenza contro le donne «non c’è una divisione» e dove si agisce in modo unito per proteggere i più vulnerabili.
Infine, Parietti lancia un monito sulle conseguenze psicologiche ormai inevitabili: «Anche se questi bambini verranno restituiti alla famiglia il danno ormai è stato fatto», aggiunge, criticando anche la forte esposizione mediatica creata attorno ai genitori. «I servizi sociali si devono occupare dei bambini maltrattati… Sembra che si voglia intervenire solo su casi da spettacolarizzare e non su questioni gravissime e sotterranee», conclude.


