
Sulle principali arterie europee stanno iniziando a comparire curiosi cartelli rotondi con bordo verde, elementi di segnaletica che negli ultimi mesi hanno attirato l’attenzione di automobilisti e amministrazioni locali. La loro forma richiama quella dei classici limiti di velocità, ma senza introdurre divieti o obblighi. Si tratta infatti di segnali consultivi studiati per promuovere una guida più prudente nelle zone considerate delicate, dove pedoni e ciclisti risultano più esposti.
La loro diffusione rispecchia anche un nuovo approccio culturale alla sicurezza stradale, fondato su indicazioni che non impongono una condotta ma che intendono sensibilizzare il conducente attraverso un linguaggio grafico familiare. Questo strumento, già adottato in diversi Paesi, nasce per favorire una maggiore responsabilità individuale alla guida.
Dove stanno comparendo i nuovi cartelli
Nel Regno Unito i cartelli a bordo verde compaiono vicino a scuole, ospedali, cantieri e all’interno di aree residenziali. In Francia alcune amministrazioni locali li stanno utilizzando in via sperimentale, soprattutto nei centri urbani più frequentati dai pedoni. In Spagna vengono adottati nelle zonas tranquilas, quartieri dove si punta a ridurre la velocità media con un approccio educativo.
Queste scelte non sono casuali: i cartelli vengono collocati dove i rischi sono maggiori e dove una velocità più moderata può realmente incidere sulla sicurezza.
La situazione in Italia
Nel nostro Paese, al momento, non esiste un riconoscimento normativo per questa tipologia di segnaletica. Le velocità consigliate continuano a essere indicate tramite i tradizionali cartelli blu con numerazione bianca, spesso posizionati in tratti pericolosi o in presenza di curve impegnative. Un’eventuale introduzione dei cartelli verdi richiederebbe una revisione del Codice della Strada e una fase di sperimentazione per valutarne l’efficacia.
Pur somigliando ai limiti ufficiali, i cartelli con bordo verde non prevedono sanzioni. In alcuni Paesi suggeriscono una velocità di 20 mph o 20 km/h, invitando il conducente a prestare maggiore attenzione. Il loro obiettivo è quello di rallentare la velocità media senza introdurre nuovi obblighi, richiamando l’attenzione sul contesto stradale.
Si tratta di una forma di segnaletica educativa, pensata per favorire la convivenza tra auto, pedoni e ciclisti. Il superamento della velocità indicata non comporta multe, a meno che non venga oltrepassato il limite ufficiale imposto dalla segnaletica tradizionale.
La ratio e i vantaggi evidenziati
Secondo le amministrazioni che li utilizzano, i cartelli verdi consentono di distinguere rapidamente tra limiti imposti e raccomandazioni, contribuendo a migliorare la sicurezza nelle aree sensibili. Velocità più uniformi riducono inoltre il numero delle frenate brusche e favoriscono una circolazione più scorrevole. L’approccio mira anche a promuovere una maggiore responsabilità personale, ritenuta in molti casi più efficace delle sole sanzioni.
L’esperienza maturata in Regno Unito, Francia e Spagna indica che i cartelli funzionano meglio se affiancati da interventi strutturali come dossi o attraversamenti rialzati, integrandosi in una strategia più ampia di sicurezza urbana.
Le criticità sollevate dagli esperti
Non mancano però elementi critici. Uno dei principali riguarda il possibile rischio di confusione: un cartello simile ai limiti ufficiali ma privo di valore vincolante potrebbe essere ignorato o frainteso. Gli esperti sottolineano che la sua efficacia dipende dal contesto e dalla presenza di una segnaletica coerente, altrimenti si rischia un sovraccarico visivo che può distrarre il conducente.
La buona riuscita di questo strumento passa quindi attraverso una progettazione attenta e una comunicazione chiara che accompagni la loro introduzione.
Un dibattito aperto anche in Italia
Nel nostro Paese la discussione è aperta. I sostenitori ritengono che i cartelli a bordo verde potrebbero migliorare la comprensione tra limite imposto e velocità consigliata, aumentando la sicurezza soprattutto nelle zone scolastiche e residenziali. I contrari temono invece che, senza una normativa chiara e una campagna informativa capillare, possano prevalere incertezza e confusione.
Quel che appare certo è che la crescente attenzione verso la sicurezza urbana potrebbe favorire, in futuro, l’arrivo di questa nuova segnaletica anche sulle strade italiane.


