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“Vi arriva tramite WhatsApp, attenzione”. Nuova truffa, la polizia avvisa gli italiani

Pubblicato: 25/11/2025 09:49
Esempio di truffa WhatsApp con finto agente di Polizia

“Vi arriva via WhatsApp, ecco a cosa occorre fare attenzione”. È l’avviso che in queste ore la Polizia Postale sta diffondendo per mettere in guardia da una nuova truffa digitale che corre tra chat e social. Un raggiro che gioca sull’urgenza e sulla paura, e che sfrutta un linguaggio sempre più credibile per ingannare anche gli utenti più attenti.

Il meccanismo non è nuovo, ma oggi si presenta in una versione più raffinata. I truffatori si fingono agenti o funzionari di istituzioni e cercano di ottenere dati personali o l’accesso ai conti bancari. Il dettaglio che rende questa truffa ancora più pericolosa è la sua apparente autenticità: i messaggi arrivano su WhatsApp e sono seguiti da una telefonata che sembra ufficiale. La Polizia invita tutti alla massima prudenza.

Quando la truffa arriva in chat

Secondo le informazioni diffuse dal Commissariato di polizia online, tutto inizia con un messaggio che sembra provenire dalla banca della vittima. Si parla di presunti problemi sul conto, e subito dopo arriva una chiamata WhatsApp da qualcuno che si presenta come un agente della Polizia di Stato. L’obiettivo? Convincere l’utente che la minaccia è reale e che deve agire subito per “mettere al sicuro” i propri soldi.

Dietro a questa messa in scena si nasconde un sistema studiato nei minimi dettagli, capace di colpire chiunque, anche chi si considera esperto di sicurezza online. La chiave del successo dei truffatori è tutta nella credibilità del messaggio e nella pressione psicologica che esercitano sulle vittime.

Polizia Postale contro la nuova truffa su WhatsApp

Identità rubate per sembrare più credibili

L’inganno prosegue anche attraverso le immagini dei profili: i truffatori utilizzano foto autentiche di dirigenti della Polizia di Stato, rubate online per rendere più verosimile la falsa identità. Così, l’utente si trova davanti un volto conosciuto e un nome che ispira fiducia, cadendo più facilmente nella trappola.

Questa strategia sta rendendo le frodi sempre più efficaci e difficili da riconoscere. Bastano pochi secondi di esitazione per consegnare inconsapevolmente informazioni personali o codici bancari a chi sa come approfittarsene.

Esempio di truffa WhatsApp con finto agente di Polizia

Come difendersi dal raggiro

Una volta ottenuta la fiducia della vittima, i truffatori passano all’azione: chiedono di seguire istruzioni “per proteggere i risparmi”, ma in realtà puntano a svuotare il conto. Le richieste più comuni riguardano bonifici, codici OTP o credenziali bancarie. Tutte operazioni che, una volta completate, permettono ai malintenzionati di accedere ai fondi.

La Polizia ricorda che né le banche né le forze dell’ordine chiedono mai dati sensibili tramite telefono o chat. Chi riceve messaggi di questo tipo deve bloccare subito il contatto e segnalare l’accaduto attraverso i canali ufficiali. Come ricorda la Polizia Postale: “Se ricevi messaggi sospetti, non rispondere e non aprire eventuali link; in caso di dubbi rivolgiti alla tua banca […] e segnala subito l’accaduto alla Polizia Postale”.

La regola d’oro: non fidarti delle apparenze

In un’epoca in cui anche una semplice chat può trasformarsi in un’arma di inganno, la miglior difesa resta la consapevolezza. Diffidare dei messaggi che creano panico, verificare sempre le fonti e non fornire mai informazioni personali: sono queste le armi più efficaci contro le truffe digitali che ogni giorno diventano più sofisticate.

La sicurezza online parte dai piccoli gesti quotidiani. Un clic in meno, a volte, può fare la differenza.

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Ultimo Aggiornamento: 25/11/2025 09:55

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