
L’ondata influenzale della stagione 2024-2025 potrebbe assumere caratteristiche in parte diverse rispetto al passato. Nell’intervista rilasciata a Il Messaggero, il virologo Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, anticipa una possibile evoluzione del virus: “Quest’anno potrebbe darsi che siamo di fronte a un’influenza più intestinale e meno respiratoria”. Una tendenza che trova riscontro nei medici di base del Lazio, i quali stanno osservando numerosi casi caratterizzati da nausea, vomito e febbre lieve, sintomi che ricordano un’intossicazione alimentare.
Per Bassetti, tuttavia, non si tratta di un fenomeno nuovo: anche la stagione influenzale classica può interessare l’apparato gastrointestinale. “L’influenza può dare sempre anche un interessamento gastrointestinale”, chiarisce. Manifestazioni più respiratorie o più intestinali rientrano comunque nel “corteo di sintomi dell’influenza”, che può presentarsi con mal di testa, mal di gola, polmonite ma anche diarrea e nausea. Una doppia modalità, dunque, che potrebbe convivere nelle prossime settimane.

I casi aumentano e cresce l’attesa per il picco
La rilevazione epidemiologica non lascia spazio ai dubbi: in Valle d’Aosta, Liguria, Umbria, Molise, Campania, Basilicata, Veneto e Trentino Alto Adige — secondo la sorveglianza RespiVirNet, coordinata dal Ministero della Salute — l’incidenza è già alta nella settimana dal 10 al 16 novembre.
Il freddo intenso degli ultimi giorni sembra aver favorito l’aumento dei casi, ma Bassetti puntualizza: “Il freddo non aumenta l’influenza”. Ciò che favorisce il contagio, spiega, è la maggiore permanenza negli spazi chiusi: case, negozi, bar, ristoranti e luoghi affollati in cui “è più facile che ci si contagi”.
Sul fronte della previsione stagionale, il virologo indica con precisione la possibile finestra di massimo impatto: “Il picco è verosimile pensare tra la seconda e la terza settimana di gennaio”. Una prospettiva che si accompagna a un allarme numerico: la stagione, secondo Bassetti, “sarà molto impegnativa”, con già oltre due milioni di persone colpite nelle prime settimane. Solo nell’ultima rilevazione si registrano 500.000 casi, ma la crescita — sostiene — sarà rapida: “Nelle prossime settimane avremo una crescita costante di più di un milione di malati alla settimana”.

I possibili scenari: numeri da record per la stagione in arrivo
Il confronto internazionale contribuisce a delineare un quadro complesso. In Inghilterra, alcuni responsabili sanitari prevedono quella che potrebbe essere “la più grave epidemia di influenza degli ultimi decenni”. Bassetti, pur non richiamando direttamente scenari esteri, valuta possibile anche in Italia un andamento di forte intensità.
“Probabilmente avremo addirittura 1 milione e mezzo / 2 milioni di persone alla settimana contagiate”, osserva, delineando un picco che potrebbe superare quello degli ultimi anni. La crescita costante dei casi è un elemento già rilevato nelle stagioni recenti: 15 milioni di infezioni nel 2023-2024 e 16 milioni nel 2024-2025. Quest’anno, secondo il virologo, il bilancio potrebbe arrivare a 18-20 milioni di contagi, pari a “un italiano su quattro”.
Una stagione sotto osservazione
Le valutazioni di Matteo Bassetti, riportate da Il Messaggero, delineano una situazione influenzale in rapido mutamento, caratterizzata da un numero crescente di casi, da sintomi talvolta atipici e da un picco atteso in pieno inverno. L’influenza di questa stagione, con la sua possibile componente intestinale, si conferma quindi un fenomeno da osservare con attenzione, mentre le strutture sanitarie si preparano a fronteggiare un carico che potrebbe toccare livelli molto alti nelle prossime settimane.


