
Si allarga il cerchio attorno al clamoroso furto avvenuto al Louvre, con un nuovo arresto che potrebbe rappresentare una svolta nelle indagini. Le autorità francesi hanno infatti fermato un uomo ritenuto il quarto e ultimo componente della banda che avrebbe partecipato al colpo del 19 ottobre, quando preziosi gioielli della corona francese vennero sottratti dal celebre museo parigino. Il sospetto è stato catturato insieme ad altre tre persone, tutte considerate legate alla vicenda, facendo salire il numero complessivo degli arresti più recenti a quattro.
A comunicarlo è stata la procuratrice generale di Parigi, Laure Beccuau, che ha confermato l’operazione attraverso una nota ufficiale diffusa nelle ultime ore. Prima di questo nuovo intervento, altri tre uomini ritenuti parte della squadra che avrebbe materialmente eseguito il furto erano già stati individuati e fermati nelle settimane successive al colpo, lasciando però aperti molti interrogativi, soprattutto sulla sorte dei preziosi scomparsi.
Quattro nuovi fermi, ma il bottino resta un mistero
Nel comunicato, Laure Beccuau ha spiegato che gli arrestati sono due uomini di 38 e 39 anni e due donne di 31 e 40 anni, tutti originari dell’area metropolitana di Parigi. Secondo gli inquirenti, il più recente dei fermati sarebbe proprio il presunto quarto membro operativo della banda, cioè colui che completava il gruppo incaricato di portare a termine il furto dei gioielli.
La dinamica del colpo resta in gran parte oggetto di indagini, ma la convinzione degli investigatori è che l’azione sia stata pianificata con estrema precisione, con un gruppo ristretto di persone addestrate e capaci di muoversi rapidamente. Nonostante gli arresti, resta però irrisolta la questione principale: i gioielli rubati non sono stati ancora recuperati. Le autorità non hanno diffuso dettagli su eventuali ritrovamenti, alimentando l’ipotesi che il bottino possa essere già stato trasferito, venduto o smembrato. Il furto, che ha destato scalpore internazionale, ha lasciato molte domande aperte anche sul piano della sicurezza del museo, considerato uno dei più protetti al mondo.
Nelle scorse settimane, infatti, i primi arresti avevano fatto sperare in una rapida soluzione, ma nessuno dei fermati aveva fornito indicazioni utili sulla posizione dei preziosi. L’indagine prosegue dunque su più fronti: da un lato l’identificazione di eventuali complici non ancora individuati, dall’altro la caccia ai gioielli, la cui sparizione rappresenta ancora oggi il nodo più critico dell’intera vicenda. Con questi nuovi arresti, le autorità confidano di poter finalmente ricostruire l’intera catena dell’operazione e fare luce su uno dei furti più audaci degli ultimi anni.


