
Momenti di forte apprensione si sono vissuti questa mattina a Grumolo delle Abbadesse (Vicenza), in via delle Magnolie, dove un improvviso accumulo di monossido di carbonio ha portato all’evacuazione di un’intera palazzina e all’arrivo di numerosi mezzi di soccorso. Il bilancio finale parla di tredici persone intossicate, tra cui tre bambini, creando un clima di allarme tra i residenti. L’emergenza si è verificata poco prima delle 8.30 all’interno di un condominio composto da nove appartamenti. In pochissimo tempo sono intervenuti i vigili del fuoco e il personale del Suem, arrivato con ben cinque ambulanze per gestire la situazione.
L’attenzione si è focalizzata sui residenti esposti alle esalazioni: si tratta di dieci adulti e tre minori, tutti considerati codici verdi, quindi non in pericolo immediato di vita. Quattro di loro sono stati trasportati al San Bortolo in condizioni definite di media gravità, mentre due persone hanno scelto di non farsi accompagnare in ospedale. Secondo una prima analisi dei tecnici dei vigili del fuoco, l’origine della dispersione sarebbe collegata alla combustione lenta della cellulosa usata come materiale isolante nel sottotetto, che si sarebbe progressivamente surriscaldata in prossimità della canna fumaria.
Una circostanza poco comune ma comunque sufficiente a produrre quantità pericolose di monossido. Per maggiore cautela, il pm di turno ha disposto il sequestro dell’intera area del sottotetto da cui sarebbe partita la fuoriuscita. Sul posto erano presenti anche i carabinieri di Torri di Quartesolo, il sindaco di Grumolo Andrea Turetta e tecnici comunali impegnati nei rilievi.
I rischi legati al monossido
Il monossido di carbonio viene descritto come un gas inodore, incolore e potenzialmente letale anche se presente in basse concentrazioni. La sua pericolosità sta nel fatto che si lega all’emoglobina molto più rapidamente dell’ossigeno, impedendo così al sangue di svolgere correttamente la sua funzione e di ossigenare i tessuti. I primi segnali dell’intossicazione – mal di testa, nausea, capogiri, confusione – possono essere ingannevoli e far pensare a un semplice malessere, ritardando l’intervento. Nelle situazioni più serie possono verificarsi perdita di coscienza, danni neurologici irreversibili e, nei casi estremi, arresto respiratorio.
Per questo motivo, ogni sospetto contatto con il gas richiede un’azione immediata, l’evacuazione degli spazi coinvolti e controlli specifici da parte di personale qualificato in grado di misurare le concentrazioni. L’episodio di Grumolo delle Abbadesse rappresenta un promemoria importante sui rischi connessi a impianti o materiali che possono generare questo gas e sulla necessità di monitoraggi e manutenzioni accurate, soprattutto in edifici condivisi dove un problema nascosto può coinvolgere numerose persone contemporaneamente.


