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“Senza fine”. Ornella Vanoni, quella confessione nell’ultima intervista che oggi fa tremare il cuore

Pubblicato: 26/11/2025 09:47

L’intervista inedita di Ornella Vanoni ad Aldo Cazzullo per “Una giornata particolare” su La7, girata meno di un mese fa e trasmessa in un prologo speciale, si rivela oggi un autentico testamento emotivo. Con la sua scomparsa, le parole della cantante assumono un significato ancora più profondo, tracciando un ritratto inseparabile della sua vita pubblica e privata. La Vanoni, infatti, è sempre stata un’artista la cui esistenza e la cui musica si sono reciprocamente alimentate, rendendo ogni sua confessione una testimonianza definitiva sulla sua complessa e affascinante vita.

I primi ricordi e l’immagine dell’uomo ideale

Il viaggio nella memoria di Ornella Vanoni parte dai ricordi d’infanzia, come i viaggi in auto con i genitori verso Santa Margherita, quando, attraversando i tunnel, si copriva gli occhi dicendo: “Non vedo, non vedo“. Un’altra immagine cruciale risale al periodo delle bombe su Milano, con la Stazione Centrale trasformata in un “girone infernale“. In quel caos, la figura paterna emerge come un simbolo di protezione, capace di tirarla su e prenderla in braccio. Questa esperienza forgia in lei un’immagine ideale e indissolubile dell’uomo, che per lei deve essere “come John Wayne: ti protegge“. Tuttavia, la cantante riconosce con la sua tipica autoironia di non aver mai trovato un uomo del genere, ammettendo che la colpa è in parte sua: “sfuggo alla protezione“.

Gli amori cruciali: l’amore mai lasciato di Gino Paoli

Tra i quattro amori fondamentali della sua vita, quello con Gino Paoli è, a suo dire, quello “più grande” e che “in fondo non l’ho mai lasciato“. L’incontro iniziale con Paoli, vestito completamente di nero, è introdotto da un sarcasmo tagliente. A chi le chiedeva se fosse bello, rispondeva di no, citando poi i pettegolezzi reciproci: a lei avevano detto che lui scriveva canzoni “di merda ed era frocio“, mentre di lei si diceva che portasse “sfiga ed ero pure lesbica“. Insomma, due anime fatte l’una per l’altra. Da questo incontro nacque la richiesta di una canzone che si trasformò in “Senza fine“, un brano nato inizialmente con solo la musica. La loro relazione fu caratterizzata da una passione intensa, spesso fonte di sofferenza. Ornella Vanoni visse sia il ruolo di amante che quello di tradita, arrivando a sentire l’odore delle altre donne, in particolare quello di Stefania Sandrelli. La richiesta di Paoli di andare a Roma per conoscere Sandrelli, accettata da Vanoni per “vivere la vita che sto vivendo“, testimonia la sua complessità emotiva. Il tentato suicidio di Paoli la porta a visitarlo di nascosto in ospedale, dove lui la definisce un “boxer” anziché un “setter“, riconoscendo in lei una duplice natura, elegante e affettuosa, che lei stessa ammette di possedere: “sono tutte e due le cose“.

Giorgio Strehler: la deflagrazione dell’amore e lo scandalo

L’amore che ha preceduto Paoli fu quello per il regista Giorgio Strehler, che era solito frequentare il corso di teatro della Vanoni al Piccolo. Alla domanda di Cazzullo se venisse per lei, la risposta è un sorriso eloquente che vale mille conferme. La dichiarazione d’amore di Strehler, secondo cui avrebbe realizzato la più bella regia della sua vita grazie alla sua presenza, fu per Ornella Vanoni una vera “deflagrazione“. Fu un momento di nascita personale, in cui la corazza si squarciò: “In quel momento sono nata io, è nata Ornella“. Data la condizione di uomo sposato di Strehler, la loro relazione suscitò uno “scandalo tremendo“. La fine dell’amore arrivò quando lei si recò a Spoleto, ospite del rivale di Strehler, Luchino Visconti, e lo tradì. Sebbene non riveli a Cazzullo l’identità dell’uomo, si trattava dell’attore Renato Salvatori. Al suo ritorno, lei non volle più stare con Strehler, sebbene non ne abbia mai confessato le ragioni. Strehler, insieme a Lucio Dalla, è l’unico che la Vanoni ha onorato con la parola “genio“. L’intervistatore ha anche accennato con delicatezza all’uso di sostanze stupefacenti, dicendole che “la cocaina non faceva per te“, e lei ha acconsentito con un “Bravo, l’hai detto tu“.

Il matrimonio non amato e i grandi incontri

Il paradosso vuole che il suo successo teatrale arrivi proprio senza Strehler, nonostante lui non credesse appieno nelle sue capacità. Intanto, si unisce in matrimonio con Lucio Ardenzi pur non amandolo. Ardenzi, incredulo che lei avesse lasciato Strehler per lui, assistette a un matrimonio inconsueto, con la Vanoni vestita di giallo e con un cappello vistoso, come, ironicamente, la moglie di Trump. La carrellata di immagini si sposta sugli incontri con i giganti della musica italiana. Ricorda Luigi Tenco come bello, ma sempre “soccombente“; i momenti “molto divertenti” con Adriano Celentano; l’adorazione per Giorgio Gaber, persona “meravigliosa, di una dolcezza e una simpatia infinite“; e l’affetto per Enzo Jannacci, definito “pazzesco“. Ricorda anche le liti con persone di destra e di sinistra in difesa di Pier Paolo Pasolini. L’incontro con Mina è legato ai ricordi delle partite a carte, dove Mina, “accanita” giocatrice, la mandava “a quel paese” per i suoi errori. La loro amicizia si interruppe per un litigio, quando Mina scelse Raffaella Carrà al posto suo per il programma “Milleluci”, un episodio che spinse la Vanoni a chiamarla e a dirle: “Allora è vero che sei vigliacca“.

La Milano perduta e la serenità ritrovata

A completare il quadro della sua vita, la Vanoni ha confermato di aver amato anche una donna, trovando il “corpo femminile attraente ma faticoso“. Esprime il suo rammarico per la Milano di oggi, una città che definisce “inaridita” e piena di “miliardari“, molto diversa da quella del passato. Nonostante una vita di alti e bassi, anche economici, come quando si ritrovò con sole 30mila lire sul conto e dovette vendere la sua casa più bella, la cantante afferma di essere “felice lo stesso” e una persona “serena“. Riguardo alla religione, il suo credo è rivolto a “Cristo, che è un uomo come noi, non in Dio“. Sulla morte, conclude con la consapevolezza che “Nessuno sa come è l’aldilà“. L’intervista si chiude come un cerchio, lasciando l’immagine di un’artista che, fino all’ultimo, ha saputo raccontare senza filtri la sua umanità tumultuosa e affascinante.

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