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Guerra in Ucraina, la previsione di Rutte: “Potrebbe finire entro il 2025”

Pubblicato: 26/11/2025 10:45

Il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, ha offerto una prospettiva cautamente ottimistica ma profondamente realistica sul futuro del conflitto in Ucraina e sulle sue conseguenze a lungo termine per la sicurezza europea. In una recente e significativa intervista rilasciata al quotidiano El País, Rutte ha articolato una visione che separa chiaramente la potenziale fine delle ostilità dall’ineluttabile mutamento del panorama geopolitico post-bellico. La sua analisi si fonda su un dualismo cruciale: la speranza per la pace si scontra con la consapevolezza della permanente minaccia russa.

Analisi della potenziale fine del conflitto

Mark Rutte ha espresso la convinzione, o quantomeno la seria possibilità, che il devastante conflitto in Ucraina, che ha segnato un punto di svolta nella storia contemporanea europea, possa giungere a una conclusione entro la fine del 2025. Questa proiezione temporale, sebbene non una garanzia, riflette probabilmente una valutazione delle dinamiche sul campo di battaglia, della stanchezza bellica, e delle pressioni politiche internazionali che potrebbero convergere verso un cessate il fuoco o un accordo di qualche tipo.

La prospettiva di una conclusione imminente è intrinsecamente legata alla sua volontà di agire come facilitatore nel processo di pace. Rutte ha infatti chiaramente manifestato la sua intenzione di “fare tutto il possibile” per supportare gli sforzi volti a conseguire la pace. Questo impegno si estende in modo specifico al sostegno del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nel “rendere realtà” una risoluzione pacifica per l’Ucraina. Questa dichiarazione sottolinea il ruolo cruciale che l’alleanza atlantica e, in particolare, la leadership americana, sono chiamati a svolgere in un eventuale negoziato.

Il pieno sostegno alla visione di Trump

Un elemento di particolare rilievo nell’intervista di Rutte è l’esplicita e totale condivisione della visione del Presidente Trump riguardo alla necessità di porre fine al conflitto. Il Segretario Generale della NATO ha utilizzato parole di forte impatto emotivo per descrivere la sua posizione, affermando: “Condivido pienamente la visione di Trump: questa carneficina deve finire”. L’uso del termine “carneficina” evidenzia la drammaticità della situazione umanitaria e militare, ponendo l’accento sulla priorità assoluta di interrompere le perdite di vite umane e le distruzioni. Questa consonanza di vedute tra una figura chiave della NATO e il Presidente americano in carica è fondamentale, poiché indica un allineamento strategico sul fine ultimo (la pace), anche se le rispettive vie per raggiungerlo potrebbero differire. La pressione per la pace, vista come imperativo morale e strategico, sembra essere un punto fermo per la leadership occidentale.

La minaccia russa persiste dopo la pace

Nonostante l’auspicio e l’impegno per una rapida conclusione della guerra, la parte più significativa e geopoliticamente lungimirante dell’analisi di Mark Rutte risiede nella sua valutazione del panorama post-bellico. Rutte ha posto una distinzione netta e inequivocabile: la fine della guerra in Ucraina e l’eventuale implementazione di qualsiasi “piano di pace” non altereranno la realtà fondamentale che la Federazione Russa “continuerà a rappresentare una grave minaccia per l’Europa”. Questa non è solo una previsione, ma un monito strategico. La minaccia non è semplicemente vista come legata all’attuale conflitto in Ucraina, ma come intrinseca alla postura strategica e agli obiettivi a lungo termine di Mosca. Anche in un contesto di apparente normalizzazione o di un “congelamento” del conflitto, la NATO e gli stati europei dovranno mantenere un livello di vigilanza elevatissimo. L’aggressione all’Ucraina, indipendentemente dal suo esito finale, ha dimostrato la volontà di Mosca di usare la forza militare per perseguire i propri obiettivi politici e di ridefinizione della sfera d’influenza.

Implicazioni per la strategia futura della NATO

Le dichiarazioni di Rutte implicano che la NATO deve immediatamente iniziare a pianificare non solo la pace, ma anche l’era successiva al conflitto. Questa fase sarà caratterizzata da una continua necessità di deterrenza e difesa collettiva. Non ci sarà un ritorno immediato allo status quo ante bellum. Gli alleati dovranno affrontare la realtà di un confine orientale molto più militarizzato e di una Russia che, pur esausta dalla guerra, rimane una potenza nucleare con capacità convenzionali significative. Ciò significa che gli sforzi per aumentare la spesa per la difesa, modernizzare le forze armate e rafforzare la presenza avanzata lungo il fianco orientale dell’Alleanza non potranno in alcun modo essere rallentati, nemmeno di fronte a un accordo di pace. La vera sfida non sarà solo ottenere la pace in Ucraina, ma garantire la sicurezza e la stabilità a lungo termine dell’intera architettura europea contro una Russia percepita come una minaccia strutturale e permanente. Il messaggio di Rutte è chiaro: la pace è l’obiettivo immediato, ma la preparazione alla minaccia è il dovere eterno della NATO.

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