
Una mattina che avrebbe dovuto essere come tante, scandita dal suono della campanella e dal vociare degli studenti, si è trasformata in un momento di gelida paura. L’aria ancora fredda dell’autunno è stata squarciata non dal frastuono del traffico, ma da una singola, agghiacciante parola giunta al centralino delle emergenze: bomba. L’annuncio anonimo, irriverente e minaccioso, ha immediatamente bloccato ogni attività.
In pochi istanti, l’istituto è passato dall’essere un luogo di apprendimento a un potenziale scenario di crisi. Il rapido, disciplinato deflusso di centinaia di giovani, con gli zaini ancora in spalla e gli occhi pieni di incertezza, ha lasciato l’edificio vuoto, in attesa che i silenziosi specialisti della sicurezza, con i loro strumenti e le loro unità cinofile, potessero determinare se l’ombra di questa minaccia fosse reale o solo un crudele scherzo. L’unica certezza, in quelle ore di sospensione, era la priorità assoluta di proteggere ogni singola vita.
La telefonata che ha fatto scattare l’emergenza
Una mattinata di forte tensione e paura ha scosso la tranquillità della Capitale, a seguito di una allarmante segnalazione relativa alla presunta presenza di un ordigno esplosivo all’interno di un istituto scolastico. L’allarme è scattato precisamente presso l’istituto comprensivo Edmondo De Amicis, situato in via Galvani, nel quartiere di Testaccio. La notizia, giunta come un fulmine a ciel sereno, ha immediatamente messo in moto una complessa e articolata macchina di sicurezza, coinvolgendo le forze dell’ordine e specialisti del settore, con l’obiettivo primario di garantire l’incolumità di studenti, personale e di tutta l’area circostante.
L’intera operazione è stata innescata da una chiamata anonima pervenuta al numero di emergenza unico, il NUE 112, nelle prime ore del mattino di mercoledì 26 novembre 2025. Intorno alle ore 8.10, la voce dall’altra parte del filo ha comunicato la presunta minaccia, indicando specificamente l’istituto di via Galvani come luogo dell’ipotetico ordigno. Nonostante la natura non verificata della minaccia, la procedura di sicurezza prevede l’immediata e rigorosa attivazione di tutti i protocolli. La rapidità dell’intervento e la serietà con cui la segnalazione è stata gestita sono state cruciali per contenere il potenziale rischio e per gestire al meglio la situazione di forte stress collettivo.
L’immediato intervento dei carabinieri e la messa in sicurezza
Appena ricevuta la comunicazione di allarme, la risposta delle forze dell’ordine è stata tempestiva e coordinata. Sul posto sono immediatamente confluiti i militari della sezione Aventino e della compagnia Roma Centro dei Carabinieri, con il compito urgente di prendere il controllo della situazione e di mettere in sicurezza l’istituto. La prima e fondamentale azione è stata l’evacuazione completa di tutte le classi presenti nella struttura. Studenti e studentesse, seguiti dal personale scolastico, hanno ordinatamente lasciato l’edificio, riversandosi in strada e allontanandosi dall’area di potenziale pericolo. Questa fase, gestita con grande professionalità, ha permesso di preservare la sicurezza fisica della comunità scolastica. L’istituto, un luogo di istruzione e crescita, si è così trasformato per alcune ore in un centro di un’operazione di polizia estremamente delicata.
L’evacuazione ha segnato l’inizio della seconda fase dell’intervento, quella degli accertamenti necessari volti a rintracciare l’ordigno segnalato e a verificare la fondatezza o meno della minaccia. Per questo, l’azione dei Carabinieri è stata potenziata con l’arrivo di personale altamente specializzato. Sono giunti sul posto i colleghi dei nuclei cinofili, le cui unità sono addestrate per la ricerca di esplosivi grazie al fiuto dei cani, e gli artificieri dei Carabinieri, esperti nella disattivazione e nella gestione di ordigni esplosivi. L’obiettivo primario degli artificieri e dei cinofili è quello di eseguire una ricerca capillare e meticolosa in ogni angolo della struttura scolastica. La loro presenza è essenziale perché, qualora venisse rintracciata la bomba o anche solo un oggetto sospetto assimilabile a un ordigno, questi professionisti sarebbero già in loco, pronti a intervenire per la neutralizzazione e la messa in sicurezza definitiva.
La verifica della minaccia e la necessità di un luogo sicuro
È fondamentale sottolineare che, fino al momento in cui l’ordigno non verrà effettivamente rintracciato e confermato, la presenza della bomba a scuola non può essere data per certa. L’intera operazione è un atto dovuto e una misura di estrema precauzione, che riflette la priorità assoluta delle forze dell’ordine e delle autorità nel tutelare la sicurezza pubblica. La necessità è quella di assicurarsi in modo inequivocabile che l’istituto comprensivo Edmondo De Amicis, un luogo deputato all’educazione e alla formazione, resti un ambiente sicuro per chiunque vi studi o vi lavori. Le operazioni sono tuttora in aggiornamento, e l’attesa dei risultati degli accertamenti mantiene alta l’attenzione sull’evoluzione di questo grave episodio di cronaca che ha turbato la normale quotidianità della comunità scolastica romana. L’episodio, purtroppo, si inserisce in un contesto cittadino che ha visto in passato altri eventi preoccupanti, come la segnalazione di svastiche e l’uso di bombe carta contro altre scuole, a testimonianza della costante vigilanza richiesta per la sicurezza degli spazi educativi.


