
A Garlasco, dove il tempo sembra aver sedimentato una verità mai davvero condivisa, il caso dell’omicidio di Chiara Poggi torna oggi a muoversi come un’ombra che riaffiora, scuotendo certezze che molti consideravano definitivamente acquisite. A pochi giorni dall’udienza del 18 dicembre, cruciale per il futuro giudiziario di Alberto Stasi, il giallo si infittisce ancora una volta. La nuova ondata di dubbi nasce dalla puntata di “Lo Stato delle Cose”, andata in onda lunedì 24 novembre, che ha rimesso al centro della vicenda un dettaglio che da anni divide investigatori, avvocati e familiari: la famosa fotografia del corpo di Chiara, mostrata o forse non mostrata a Stasi prima del suo interrogatorio.
Secondo alcune ricostruzioni, quel gesto avrebbe potuto influenzare in modo decisivo la versione fornita dal giovane, soprattutto se, come sostengono alcuni, il volto della vittima nella foto risultava insanguinato. Una circostanza sempre contestata dall’ex maresciallo Francesco Marchetto, che insiste di aver mostrato l’immagine soltanto in un secondo momento, creando così una discrepanza che oggi torna a pesare come un macigno. Ed è in questo contesto di tensione che riemerge un episodio rimasto nell’ombra: una telefonata, giunta un mese dopo l’omicidio, capace di gelare chi ne ha ascoltato il contenuto.
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Garlasco, nuovo colpo di scena sulla telefonata a casa Poggi
A parlare è la madre di Alberto Stasi, che decide di contattare la madre di Chiara con parole colme di smarrimento. “Alberto mi ha detto di dirti che non è stato lui”, dice tra le lacrime. E dall’altra parte arriva una risposta che taglia il fiato: “Lo so. Io non ci credo, non ci ho mai creduto. Non so più che cosa dirvi. Vi sto pensando. Sono sconvolta. Ti dico solo che ti sono vicina”. Una confessione di vicinanza e dolore che oggi risuona con nuova forza, proprio mentre le certezze processuali tornano a vacillare.

Negli ultimi mesi, infatti, la giustizia ha riaperto il fascicolo grazie a una nuova analisi biologica dei reperti raccolti nella villetta. I risultati, secondo quanto emerge, mostrerebbero la presenza quasi esclusiva del Dna di Chiara, con un’unica e debolissima traccia attribuibile ad Alberto. Nessun profilo genetico appartenente a terzi, nessuna impronta che possa suggerire l’ingresso di un altro soggetto sulla scena del delitto. Un esito che, invece di chiarire, sembra complicare ulteriormente l’interpretazione dei fatti.
Di fronte all’ennesima svolta, i genitori della vittima, Rita e Giuseppe Poggi, hanno espresso amarezza e incredulità. “Dubitare della colpevolezza di Alberto Stasi è allucinante”, hanno dichiarato, sottolineando come la sentenza definitiva avrebbe dovuto chiudere un dolore già troppo lungo da sopportare. Eppure, nel fitto intreccio di ipotesi, contraddizioni e nuovi accertamenti, il caso Garlasco continua a mostrarsi come un labirinto in cui ogni apparente uscita si rivela un nuovo ingresso verso l’incertezza.

Così l’attesa per l’udienza del 18 dicembre cresce, mentre nuove perizie si preparano a ridisegnare confini che si credevano fissati. In questo scenario, resta sullo sfondo anche la figura di Andrea Sempio, coinvolto anni fa in alcuni passaggi delle indagini e ora in attesa di capire che Natale sarà il prossimo, sospeso tra ricordi che non smettono di bruciare e un futuro giudiziario che, ancora una volta, potrebbe cambiare direzione.


