
La storia della famiglia formata da Catherine Birmingham e Nathan Trevallion nasce dal loro progetto di vita “off-grid”, iniziato nel 2021 in una piccola casa immersa nei boschi di Palmoli, in Abruzzo. Qui avevano scelto di vivere senza elettricità, senza acqua corrente e senza i servizi tradizionali, puntando su autonomia, natura e autosufficienza.
Nel corso degli anni la coppia aveva organizzato la quotidianità attorno alla produzione autonoma di cibo, al recupero dell’acqua tramite pozzo e all’utilizzo di sistemi rudimentali di energia. La loro casa, acquistata il 29 aprile 2021, era diventata il centro di un esperimento di vita semplice e alternativa.
In questo contesto, Catherine e Nathan crescevano i loro tre figli – una bambina di otto anni e due gemelli di sei – attraverso istruzione parentale, scelta che avevano formalizzato seguendo le procedure previste per l’homeschooling. La scuola non era mai stata completamente rifiutata, ma inserita in un percorso diverso rispetto a quello tradizionale.

La vicenda familiare è tornata al centro dell’attenzione dopo il provvedimento del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, che ha disposto l’allontanamento temporaneo dei bambini e il loro inserimento in una comunità protetta a Vasto. Una decisione motivata da elementi ritenuti critici nelle condizioni abitative e nel modello di vita adottato.
Secondo quanto riferito nelle ultime ore, i tre fratellini si trovano ora in una struttura sorvegliata, con routine e spazi completamente diversi da quelli della casa nel bosco. Per i piccoli si tratta di un cambiamento radicale, passato da un ambiente isolato e silenzioso a una realtà più regolamentata e controllata.
Catherine può incontrare i figli, ma con limitazioni: i bambini vivono al piano inferiore della struttura, mentre lei soggiorna in una stanza al piano superiore, sempre sotto supervisione. Le interazioni sono permesse, ma scandite dagli orari e dalle modalità previste dalla comunità.

La sorella di Catherine, Sharlene, che nei prossimi giorni arriverà in Italia per sostenerla, ha descritto la situazione come emotivamente difficile. Nelle sue parole, i bambini mostrerebbero segni di disorientamento dovuti al brusco trasferimento, mentre la madre vive con fatica la distanza forzata.
Nel racconto della famiglia, anche Nathan sta attraversando un momento particolarmente complesso, provato dall’allontanamento improvviso dei figli e dal peso delle indagini. Chi gli è vicino riferisce un affaticamento forte, legato allo stress e alla preoccupazione.
La vicenda resta aperta, sia sul piano giudiziario sia sul piano umano, e nelle prossime settimane l’arrivo di Sharlene e l’evoluzione delle verifiche sulle condizioni di vita della famiglia potrebbero contribuire a delineare un quadro più completo della storia che ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica italiana e internazionale.


