
Una vicenda drammatica ha sconvolto la comunità di Ciriè (Torino), dove una donna è stata fermata con l’accusa di tentato omicidio dopo aver partorito in casa nella giornata di lunedì. Quando i soccorritori del 118, allertati da un familiare, sono arrivati nell’abitazione, si sono trovati davanti a una scena sconvolgente: la neonata era stata trovata “con la testa nel water”, una circostanza che ha immediatamente fatto scattare l’allarme e l’intervento d’urgenza. Il quadro, sin dai primi momenti, è apparso gravissimo e ha portato le autorità giudiziarie ad aprire un’indagine approfondita.
Secondo quanto ricostruito, la Procura di Ivrea ha emesso un provvedimento nei confronti della donna, che è stato notificato nella serata di martedì 25 novembre dai carabinieri incaricati del caso. L’accusa contestata è quella di tentato omicidio, un capo d’imputazione pesantissimo che apre la strada a ulteriori accertamenti sulla dinamica e sulle intenzioni della madre in quei minuti concitati. Il fermo rappresenta un passaggio fondamentale nelle indagini e potrebbe preludere a ulteriori misure, una volta completati gli approfondimenti richiesti dagli inquirenti.
La donna, in quei primi momenti concitati, avrebbe riferito ai soccorritori una frase destinata a diventare centrale nelle valutazioni investigative: avrebbe detto di “non essersi mai accorta di essere incinta”, una dichiarazione che apre scenari complessi dal punto di vista psicologico, medico e giudiziario. Gli operatori del 118, dopo aver recuperato la piccola e aver praticato manovre di rianimazione direttamente in casa, hanno disposto il trasferimento immediato verso una struttura ospedaliera specializzata a Torino.
La corsa in ospedale e le condizioni della neonata
La bimba, una volta stabilizzata il più possibile sul posto, è stata affidata all’équipe medica e portata d’urgenza in ospedale, dove è stata ricoverata nel reparto di terapia intensiva neonatale. Le sue condizioni sono considerate estremamente delicate, e i sanitari stanno monitorando ogni parametro per valutare le conseguenze di quei momenti iniziali. Al momento, la piccola è “tuttora ricoverata nel reparto di terapia intensiva neonatale”, un dettaglio che conferma la gravità della situazione e l’incertezza sul suo futuro stato di salute. Parallelamente, gli investigatori stanno cercando di ricostruire ogni passaggio dell’accaduto: dal parto avvenuto in casa alle circostanze in cui la neonata è stata trovata, fino alle condizioni psicologiche e fisiche della madre nelle ore precedenti.
Saranno fondamentali le testimonianze dei familiari, i rilievi dei carabinieri e le valutazioni dei medici. La Procura di Ivrea, intanto, prosegue il lavoro per chiarire se vi sia stata intenzionalità o se la vicenda sia inserita in un contesto diverso, legato a shock, solitudine o mancata consapevolezza della gravidanza. Ciò che è certo, per ora, è che l’accusa formalizzata resta quella di tentato omicidio e che la neonata continua a lottare per la vita.


