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Manovra al rush finale: tagli, oro di Bankitalia e premierato in arrivo a gennaio

Pubblicato: 26/11/2025 16:03

Nella tarda mattinata, intorno alle 12, è atteso a Palazzo Chigi un nuovo vertice di maggioranza dedicato alla manovra economica, con il testo ormai pronto per approdare in aula dopo una serie di tagli. La bozza, infatti, arriva “epurata” da numerosi emendamenti presentati nei giorni precedenti: in totale sono stati giudicati inammissibili dalla presidenza della commissione Bilancio e Senato 105 emendamenti, mentre 18 sono stati respinti “per materia” ma potrebbero essere sostituiti con nuove proposte e altri 87 sono stati scartati per “mancanza di coperture”. Una selezione che restringe il campo e indirizza il dibattito parlamentare verso un pacchetto più snello e definito. 

In questo quadro, spicca però un via libera significativo: è stato ammesso l’emendamento presentato in prima firma dal capogruppo di Fratelli d’Italia Lucio Malan, che intende specificare nella legge di Bilancio che le riserve d’oro della Banca d’Italia «appartengono allo Stato in nome del popolo italiano». Una precisazione che, pur non cambiando immediatamente il regime di utilizzo delle riserve, ha alimentato attenzione politica e mediatica.


Secondo i dati ricordati nel dibattito, l’Italia dispone di circa 2.400 tonnellate di oro, risultando il terzo Paese al mondo per entità degli stock. Tuttavia viene sottolineato che dichiararne l’appartenenza allo Stato non implica automaticamente che il Paese possa disporne liberamente: le risorse sono infatti distribuite tra Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera e sottoposte a rigorose procedure di sicurezza per qualsiasi sblocco.

Emendamenti bocciati, misure salvate e novità fiscali

Parallelamente prosegue il lavoro sulla modifica della tassazione dell’oro da investimento, attualmente al 26% e per cui il centrodestra punta a una tassazione agevolata al 12,5% o al 13%. Sul fronte edilizio, risultano “salvati” quattro dei cinque provvedimenti legati alla sanatoria, con l’unica esclusione della proposta che avrebbe obbligato i Comuni a rilasciare i titoli edilizi adeguati entro il 31 marzo 2026.


Tra le misure respinte figura la proposta di “rottamazione quinquies”, mentre rimane nel testo – da valutare in aula – la cosiddetta “rottamazione allargata”. La Commissione Bilancio ha inoltre dichiarato inammissibile un emendamento presentato congiuntamente da Lega (firmato da Massimiliano Romeo) e Forza Italia (con Maurizio Gasparri), volto a esentare dal limite massimo delle retribuzioni pubbliche i compensi destinati ai dirigenti delle società quotate in borsa anche se sotto controllo statale. La bocciatura è arrivata per ragioni procedurali: il contenuto è stato ritenuto “estraneo” alla materia della manovra finanziaria. È stato invece eliminato l’emendamento della Lega legato al Meccanismo europeo di stabilità (Mes).


Sul piano istituzionale, il governo guarda già alla prossima tappa: la riforma costituzionale sul premierato. La richiesta, espressa dalla sottosegretaria Matilde Siracusano, è che il testo approdi in Aula alla Camera a gennaio. Una posizione confermata dalla capogruppo Pd Chiara Braga, che ha riportato: «Il governo ha chiesto di calendarizzare il premierato per l’Aula a gennaio». Una scadenza che apre un nuovo fronte politico all’inizio del 2026.

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