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“Addio Ludovica”: morta dopo la dimissione ‘affrettata’. Palloncini rosa e la canzone di Irama

Pubblicato: 26/11/2025 17:06

A Mel, nel Comune di Borgo Valbelluna, la comunità si è stretta nel dolore per l’addio a Ludovica, la bimba di appena 2 anni portata via da una meningite batterica pochi giorni dopo le dimissioni dall’ospedale, dove i genitori l’avevano condotta preoccupati per il suo stato di salute. Un lutto che ha lasciato domande, smarrimento e un senso di incredulità, trasformando la giornata di oggi in un momento di raccolta, memoria e straziante commiato.

Fin dalle prime ore del pomeriggio era chiaro quanto l’intera zona volesse far sentire la propria vicinanza alla famiglia, in un abbraccio silenzioso ma potentissimo. Alla celebrazione funebre, fissata per le 14.30, la chiesa arcipretale di Mel era già gremita in ogni spazio disponibile. Migliaia di persone, dentro e fuori, hanno condiviso lacrime e commozione, osservando il piccolo feretro bianco sul quale era stato deposto un mazzolino di fiori, simbolo tenero e fragile di una vita spezzata troppo presto.

Nel corso della cerimonia, la voce di don Michele ha risuonato tra le navate, portando parole che hanno toccato tutti: «Ludovica è stata chiamata a Dio mentre si affacciava alla vita. Non è mai naturale sopravvivere ai figli». Una frase che ha attraversato il dolore dei presenti, dando voce a un sentimento condiviso e difficile perfino da nominare. Il parroco ha poi richiamato la canzone di Irama “Ovunque sarai”, spiegando come quei versi rappresentino il momento che i genitori stanno vivendo ora, sospesi tra mancanza e amore eterno, tra buio e memoria.

L’ultimo saluto tra palloncini e silenzio

All’esterno della chiesa era stato preparato un percorso simbolico: un “viale” di palloncini bianchi e rosa, colori delicati e infantili, come la breve vita di Ludovica. Quando il feretro ha lasciato la piazza, quei palloncini sono stati liberati in cielo, sollevandosi lentamente sopra le teste della folla. Un gesto semplice ma carico di significato, un modo per accompagnare la piccola nel suo ultimo viaggio, mentre il silenzio e le lacrime raccontavano ciò che le parole non riuscivano a dire. In un paese ferito, oggi, il dolore è diventato condivisione e memoria.

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