
Colpo di Stato in Guinea-Bissau, dove un gruppo di ufficiali riuniti sotto il nome di “Alto comando militare per il ripristino dell’ordine” ha dichiarato di aver assunto il controllo del Paese “fino a nuovo avviso”. L’annuncio è stato letto nel quartier generale dell’esercito, a Bissau, e rilanciato da Radio France Internationale, mentre la capitale vive ore di forte tensione dopo gli spari avvertiti questa mattina nei pressi del palazzo presidenziale.
Secondo quanto comunicato dai militari, il processo elettorale in corso è sospeso, i risultati delle presidenziali – attesi per domani – vengono annullati e tutti i programmi radiotelevisivi interromperti. Dichiarata inoltre la chiusura totale dei confini terrestri, marittimi e aerei. I golpisti hanno invitato la popolazione a “mantenere la calma”, mentre uomini della guardia presidenziale presidiano le vie strategiche che conducono al Palazzo.
Cosa sta succedendo in questo momento
Fonti di Jeune Afrique e BBC affermano che, oltre al presidente Umaro Sissoco Embaló, sarebbero stati arrestati anche il capo di Stato Maggiore, generale Biague Na Ntan, il suo vice, generale Mamadou Touré, e il ministro dell’Interno Botché Candé. Embaló, che sostiene di non essere stato vittima di violenze, accusa il comandante delle forze di terra di aver orchestrato il golpe.
Il colpo di Stato arriva a tre giorni dalle elezioni presidenziali e legislative, una tornata segnata da forte incertezza, con entrambi i principali contendenti – Embaló e il candidato dell’opposizione Fernando Dias da Costa – che avevano rivendicato la vittoria. Il Paese attendeva per domani i risultati ufficiali. Embaló aveva dichiarato di aver ottenuto il 65% dei voti.
Questa ennesima crisi si inserisce in una lunga scia di instabilità: dalla sua indipendenza, la Guinea-Bissau ha già vissuto quattro colpi di Stato e numerosi tentativi falliti. Le elezioni di domenica erano state definite “pacifiche” fino allo scoppio della violenza odierna.
A complicare ulteriormente il quadro, l’esclusione dal voto del principale partito di opposizione, il PAIGC, e del suo leader Domingos Simões Pereira, cancellati dalla lista dei candidati dalla Corte Suprema per presunte irregolarità formali. Una decisione contestata dentro e fuori il Paese.
Mentre la capitale registra ancora scene di fuga e confusione – “a Bissau ci siamo abituati”, ha dichiarato amaramente un passante all’AFP – la Guinea-Bissau scivola di nuovo nell’incertezza, in attesa di capire se e come l’esercito intenda consolidare il proprio potere o aprire spiragli negoziali nelle prossime ore.


