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Caso Poggi, la nuova nuova certezza sul Dna sotto le unghie: cosa c’entra Andrea Sempio

Pubblicato: 27/11/2025 07:04

Il caso di Chiara Poggi si ritrova di nuovo al centro di una svolta potenzialmente decisiva, una di quelle che riportano indietro di anni e costringono a rimettere in fila ciò che sembrava sedimentato. La perizia firmata dalla biologa forense Denise Albani, nominata dal Tribunale di Pavia, indica infatti che il Dna trovato sotto le unghie della giovane uccisa a Garlasco è «compatibile» con Andrea Sempio, e che la corrispondenza dell’aplotipo Y con la linea maschile della sua famiglia è «elevatissima». Un risultato che ribalta un elemento considerato marginale nelle prime analisi e che oggi torna ad avere un peso diverso, soprattutto perché ottenuto con tecniche non disponibili nel 2014.

Biostatica e compatibilità elevatissima

Secondo quanto emerso, Albani ha inviato una mail formale in cui segnala la piena leggibilità del materiale genetico isolato all’epoca e ritenuto degradato. La tecnica della biostatistica, oggi standard internazionale, ha confermato la presenza di un aplotipo maschile compatibile con la famiglia Sempio, in linea con quanto già rilevato dal consulente della procura Carlo Previderé. Il perito d’appello Francesco De Stefano aveva escluso la possibilità di una lettura attendibile, mentre il genetista Ugo Ricci, consulente di Alberto Stasi, era arrivato alla stessa conclusione di Albani. Ora la perita depositerà formalmente il suo lavoro entro il 5 dicembre alla giudice Daniela Garlaschelli, prima che i consulenti vengano ascoltati dal 18.
La comparazione ha evidenziato 12 marcatori su 16, un numero sufficiente per associare il profilo genetico alla linea maschile della famiglia Sempio. Nel Dna ci sarebbe anche un secondo profilo, molto più debole e non definito. Trattandosi di Dna Y, non è possibile indicare un singolo individuo con certezza, ma solo una linea familiare. E quell’aplotipo coincide con quella di Sempio.

L’impronta 33, lo scontrino e le telefonate anomale

Il dato genetico si aggiunge ad altri elementi già noti all’indagine: l’impronta 33 sul muro della scala, le telefonate considerate anomale che Andrea Sempio avrebbe fatto alla casa dei Poggi e la questione dello scontrino di Vigevano, indicato come alibi e poi ritenuto una “bugia” dagli inquirenti. Sullo sfondo resta anche l’inchiesta per presunta corruzione che coinvolge l’ex pm Mario Venditti, ora al vaglio della procura di Brescia.
Il Corriere della Sera parla di una “piena concordanza” biostatistica: la compatibilità sarebbe tra 476 e 2.153 volte più probabile se il profilo genetico provenisse dal soggetto identificato all’epoca con il codice CT28112016, cioè Sempio. Albani ha inoltre spiegato che le precedenti prove di laboratorio sarebbero state eseguite su campioni non omogenei, ma che nella sessione a 5 microlitri emerge un aplotipo misto con dodici marcatori, da considerare come “profilo one shot”.

La domanda decisiva: trasferimento o contatto diretto?

Ora il nodo è capire come quel materiale biologico sia finito sotto le unghie di Chiara Poggi. Se tramite contatto diretto negli istanti dell’aggressione del 13 agosto 2007, o attraverso un trasferimento da un oggetto toccato da Sempio in un momento precedente e non databile. È un punto che cambierà il senso della perizia e il suo peso nel processo.
Ma torna anche un dettaglio inquietante: il pizzino scritto dal padre di Sempio, Giuseppe, in cui compariva la frase «Così non può essere indagato per lo stesso motivo il D-N-A». Parole ritenute rilevanti dagli inquirenti e ora parte dell’inchiesta per corruzione.

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Ultimo Aggiornamento: 27/11/2025 08:57

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