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Chi è Rahmanullah Lakanwal, l’afghano che ha sparato alla Guardia nazionale vicino alla Casa Bianca

Pubblicato: 27/11/2025 11:21

La vicenda legata a Rahmanullah Lakanwal, sospettato di essere l’uomo che ha sparato contro un membro della Guardia Nazionale nei pressi della Casa Bianca, sta sollevando interrogativi e tensioni negli Stati Uniti. La figura del 29enne afghano, arrivato nel Paese dopo il ritiro americano dall’Afghanistan, emerge in un quadro complesso che intreccia evacuazioni d’emergenza, collaborazioni militari e percorsi di asilo gestiti nell’urgenza della fine del conflitto.
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Secondo quanto riportato, il giovane aveva lavorato per anni accanto alle forze armate americane presenti nella regione, partecipando alle operazioni che, negli ultimi vent’anni, hanno coinvolto migliaia di interpreti, assistenti e personale ausiliario locale. Per molti di loro, la caduta di Kabul e il ritorno al potere dei talebani hanno reso indispensabile una fuga rapida e coordinata, avviata attraverso programmi speciali di trasferimento negli Stati Uniti.

Il ruolo di Lakanwal tra esercito e Cia

A rendere ancor più delicato il caso è il fatto che Lakanwal avesse collaborato non solo con l’esercito americano, ma anche con la Cia. Le informazioni diffuse parlano di una partecipazione diretta all’interno di una “forza partner” operativa a Kandahar, uno dei territori più strategici e più violenti durante il conflitto afghano.

Come riportato, tale collaborazione era documentata anche da un tesserino identificativo, segno dell’inquadramento del giovane in un contesto operativo ufficiale. Fonti interne, citate da Fox News Digital, hanno ricordato il coinvolgimento del 29enne nelle operazioni americane, sottolineando come il suo trasferimento negli USA sia avvenuto nel quadro della missione di evacuazione denominata “Allies Welcome”.

L’arrivo negli Stati Uniti dopo il ritiro da Kabul

Lakanwal sarebbe entrato negli Stati Uniti nel 2021, a un mese di distanza dal caotico ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan. Quel momento, segnato da scene drammatiche all’aeroporto di Kabul, aveva reso urgente il trasferimento di migliaia di cittadini locali che per anni avevano lavorato al fianco del personale americano e che, per questo motivo, rischiavano ritorsioni.

Il 29enne, come molti altri collaboratori delle forze statunitensi, aveva quindi seguito un percorso di ricollocazione elaborato in tempi strettissimi, trovandosi a costruire una nuova vita negli USA mentre proseguivano le procedure amministrative per la sua regolarizzazione.

La domanda di asilo e l’approvazione nel 2025

Secondo quanto emerge dal resoconto, Lakanwal aveva presentato domanda di asilo nel 2024, un passaggio necessario per ottenere una forma di protezione stabile dopo il trasferimento immediato del 2021. La richiesta era stata esaminata dall’amministrazione americana e approvata nell’aprile del 2025, durante la presidenza Trump.

La ricostruzione delle tappe burocratiche aggiunge un ulteriore livello di complessità al caso: da un lato la necessità di garantire tutela a chi ha collaborato con gli Stati Uniti in contesti di guerra, dall’altro i dubbi che inevitabilmente emergono quando un beneficiario di questi programmi è coinvolto in episodi di violenza sul suolo americano.

La ricaduta politica e le reazioni nell’opinione pubblica

La notizia del coinvolgimento del giovane afghano in un episodio armato nei pressi della Casa Bianca ha immediatamente suscitato inquietudine e polemiche, soprattutto per il suo passato di collaborazione con strutture militari e di intelligence statunitensi. Il fatto che il nome di Lakanwal sia stato citato insieme a dichiarazioni attribuite al direttore della Cia, John Ratcliffe, contribuisce a rendere la vicenda ancora più carica di tensione istituzionale.

Il caso rischia ora di diventare terreno di scontro politico, in particolare sul tema delle evacuazioni effettuate nel 2021 e della gestione dei programmi di ingresso negli Stati Uniti per i collaboratori afghani. La questione della sicurezza interna si intreccia con quella degli obblighi morali e politici assunti dagli Stati Uniti durante la lunga guerra in Afghanistan.

Un caso destinato a far discutere

La figura di Rahmanullah Lakanwal si colloca quindi in un nodo sensibile della recente storia americana: la fine del conflitto afghano, le procedure di ingresso accelerate, il ruolo dei collaboratori locali e il delicato equilibrio tra accoglienza e sicurezza.

Sarà l’evoluzione delle indagini a chiarire il quadro, ma già ora la vicenda sta alimentando un dibattito acceso che, con ogni probabilità, continuerà a far discutere nei prossimi giorni.

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Ultimo Aggiornamento: 27/11/2025 11:26

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