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“Preparatevi a perdere i vostri figli!”. L’agghiacciante annuncio del generale: cosa succede

Pubblicato: 27/11/2025 13:48

L’annuncio di Emmanuel Macron segna una svolta che il presidente francese ha definito necessaria per affrontare un contesto internazionale sempre più instabile. In un clima segnato da tensioni crescenti e da minacce che si affacciano ai confini dell’Europa, l’Eliseo sceglie di affidarsi a un progetto che punta sulla formazione militare dei più giovani. L’obiettivo, come ribadito dal capo dello Stato, è rafforzare la coesione della nazione attraverso un percorso che unisce addestramento, responsabilità e spirito civico.
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Il ritorno a un servizio nazionale volontario e interamente militare non rappresenta soltanto un intervento simbolico, ma una risposta diretta a quella che Macron considera una fase critica per la sicurezza del continente. La convinzione è che la paura non debba guidare le scelte politiche, bensì la preparazione e la capacità collettiva di prevenire i rischi. Da qui nasce l’idea di un programma calibrato, graduale e costruito per coinvolgere migliaia di giovani nei prossimi anni.

Il nuovo servizio nazionale volontario

Durante una visita alla 27ª Brigata di Fanteria di Montagna a Varces, Macron ha presentato i dettagli del progetto. Il nuovo servizio, ha spiegato, sarà destinato principalmente ai giovani di 18 e 19 anni, impegnati in un percorso di addestramento militare della durata di dieci mesi. Il presidente ha chiarito che i volontari saranno attivi esclusivamente sul territorio nazionale, sottolineando così il carattere interno della missione.

Il programma partirà nell’estate del 2026 con una prima fase sperimentale che coinvolgerà 3.000 volontari, per poi crescere progressivamente fino a raggiungere 10.000 partecipanti nel 2030 e 50.000 all’anno nel 2035. Una riforma che Macron descrive come essenziale per “difendersi di fronte alle crescenti minacce” e per rafforzare “la forza morale della nazione”.

Tra minacce russe e necessità di preparazione

Il presidente ha motivato la scelta con toni netti: “L’unico modo per evitare il pericolo è prepararsi”, ha dichiarato, in riferimento al clima internazionale segnato dalle minacce russe. Un passaggio che colloca il nuovo servizio nazionale all’interno di un quadro geopolitico più vasto, in cui l’Europa deve fare i conti con un contesto che Macron ha definito “incerto, dove la forza prevale sul diritto”.

Il capo dello Stato ha insistito sulla necessità che la Francia non ceda “alla paura, al panico, all’impreparazione o alla divisione”, sostenendo che solo un percorso di responsabilizzazione dei giovani possa costituire una risposta efficace alla situazione attuale. In questo scenario, il servizio nazionale diventa uno strumento per rafforzare l’identità collettiva e la prontezza del Paese.

Un impegno economico senza precedenti

La riforma si accompagnerà a un impegno economico significativo. Macron ha annunciato che saranno stanziati 6,5 miliardi di euro in spese militari aggiuntive nei prossimi due anni. Il presidente ha inoltre fissato l’obiettivo di portare la spesa annuale per la difesa a 64 miliardi di euro nel 2027, l’ultimo anno del suo secondo mandato. Una cifra che rappresenta il doppio rispetto ai 32 miliardi previsti nel 2017, quando Macron si insediò all’Eliseo.

L’aumento delle spese e l’introduzione del nuovo servizio nazionale riflettono la volontà di rilanciare il ruolo della Francia nel panorama europeo e di garantire un adeguato livello di sicurezza in un contesto internazionale definito sempre più imprevedibile.

L’appello del capo di Stato Maggiore

A rafforzare il messaggio del presidente si aggiungono anche le parole del nuovo capo di Stato Maggiore dell’esercito, il generale Fabien Mandon, che nei giorni scorsi ha rivolto un appello alla nazione sulla necessità di prepararsi a sacrifici estremi in caso di confronto con la Russia. Il generale ha parlato della possibilità che il Paese possa arrivare a “perdere i propri figli” in uno scenario di conflitto, una dichiarazione che ha suscitato impressione ma che si inserisce nel quadro della nuova postura militare delineata dall’Eliseo.

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