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Sciopero generale 28 novembre in Italia, treni fermi e caos in città. Gli orari garantiti

Pubblicato: 27/11/2025 17:54

Domani, venerdì 28 novembre, si terrà uno sciopero generale di 24 ore che si preannuncia di vasta portata, coinvolgendo tutti i settori, sia pubblici che privati. Questa significativa mobilitazione, indetta da diverse sigle sindacali, avrà un impatto notevole sulla vita quotidiana e sull’erogazione dei servizi essenziali in molte aree del Paese.

Le conseguenze più immediate e sentite si avvertiranno nel comparto ferroviario, con l’interruzione prevista dei treni Trenord e dei servizi regionali in diverse regioni, e in settori cruciali come la scuola, l’università e la pubblica amministrazione, dove è prevista una forte adesione del personale. Sebbene in alcune città il trasporto pubblico locale possa essere garantito, il quadro complessivo subirà notevoli limitazioni. La protesta non si focalizza su una singola rivendicazione, ma si configura come un’articolata manifestazione di dissenso contro la Legge di Bilancio 2026 e una serie di problematiche sociali, economiche e geopolitiche di rilievo nazionale e internazionale.

Le ripercussioni a Milano: trasporti e servizi

Lo sciopero generale di domani avrà un impatto significativo sulla città di Milano e sull’intera Lombardia. L’elenco dei settori interessati tocca nervi scoperti della collettività milanese e lombarda. Oltre ai trasporti, con una particolare attenzione ai treni regionali Trenord, la protesta coinvolgerà in modo massiccio il mondo della scuola e dell’università, la sanità e le amministrazioni pubbliche della regione. La potenziale paralisi di questi ambiti è destinata a creare non pochi disagi a pendolari, studenti e cittadini che necessitano di servizi pubblici nel capoluogo lombardo. Un aspetto peculiare per la Lombardia e per Milano è l’adesione annunciata di giornalisti e operatori del settore dell’informazione, motivata dal mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro Fnsi-Fieg, un accordo scaduto nel lontano 2016. L’organizzazione della protesta a Milano mette in luce la tensione crescente tra le esigenze dei lavoratori e le politiche economiche attuali.

La gestione dei treni Trenord e le garanzie per i pendolari milanesi

In previsione dello sciopero generale di venerdì 28 novembre, Trenord, il principale gestore del trasporto regionale nell’area di Milano e in Lombardia, ha fornito indicazioni precise per limitare i disagi ai numerosi pendolari. Lo sciopero avrà effetto a partire dalle ore 21:00 di giovedì 27 novembre e si protrarrà fino alle ore 21:00 di venerdì 28 novembre. L’azienda ha rassicurato che i treni con partenza prevista da orario ufficiale entro le 21:00 di giovedì e che abbiano come destinazione finale l’arrivo entro le ore 22:00 dovrebbero regolarmente circolare. Per la giornata di venerdì, saranno in vigore le consuete fasce orarie di garanzia, cruciali per gli spostamenti nell’area di Milano. Queste fasce sono state stabilite dalle ore 06:00 alle ore 09:00 al mattino e dalle ore 18:00 alle ore 21:00 la sera, durante le quali sarà assicurato il servizio minimo essenziale, grazie alla circolazione dei convogli inclusi nella lista dei “Servizi Minimi Garantiti”. Particolare attenzione è stata riservata ai collegamenti aeroportuali. In caso di cancellazione dei treni dedicati, sono stati previsti autobus sostitutivi. Questi collegheranno specificamente Milano Cadorna con Malpensa Aeroporto e Stabio con Malpensa Aeroporto, garantendo un transito essenziale ma senza effettuare fermate intermedie. L’autobus in partenza da Milano Cadorna sarà localizzato in via Paleocapa 1.

La situazione di Atm a Milano: scioperi distinti

È importante notare che, a differenza dei servizi ferroviari, i mezzi gestiti dall’Azienda Trasporti Milanesi (Atm), ovvero bus, metro e tram, saranno regolarmente garantiti durante lo sciopero generale del 28 novembre a Milano. L’azienda di trasporto pubblico locale ha scelto di aderire ad una protesta separata, concentrata nella giornata di domenica 30 novembre. Si tratta di uno sciopero di quattro ore, indetto dal sindacato Confial, che potrebbe portare a interruzioni o rallentamenti delle linee Atm dalle 8:45 alle 12:45. Anche la Funicolare Como-Brunate, gestita in ambito regionale, potrebbe subire limitazioni dalle 8:30 alle 12:30. Le motivazioni di questa specifica agitazione del personale Atm a Milano sono interne e riguardano la sicurezza del personale di front line, i tempi di percorrenza dei mezzi di superficie, le criticità legate alla viabilità urbana, le problematiche relative alle pause pranzo per alcuni turni di lavoro, in particolare notturni, e la necessità di luoghi di ristoro adeguati ai centri linea e ai capolinea. Questa distinzione temporale negli scioperi contribuisce a modulare l’impatto sulla mobilità di Milano.

Le profonde motivazioni: dalla legge di bilancio alla politica estera

Lo sciopero generale, che avrà ripercussioni anche a Milano, è stato indetto da sindacati di base come CUB, USB, Adl Cobas, Clap, Confederazione Cobas e Sial Cobas, e si fonda su una piattaforma di rivendicazioni estremamente ampia. La critica principale è rivolta alla Legge di Bilancio 2026. I sindacati ritengono che la manovra finanziaria sia carente di “alcun serio intervento per aumentare concretamente i salari dei lavoratori in Italia”, denunciando al contempo un innalzamento dell’età pensionabile e il mantenimento delle pensioni più basse “inchiodate alla povertà”. Un altro pilastro della protesta è la richiesta di un rilancio di un piano di edilizia popolare, considerata una “piaga” non risolta, soprattutto in un contesto come quello di Milano dove il caro affitti è diventato un problema senza precedenti storici recenti.

Si esprimono anche preoccupazioni ambientali, con la denuncia dello sfruttamento dell’ambiente che compromette il futuro lavorativo, e la critica alla “mancanza di veri interventi per un progetto di tutela e risanamento ambientale”. Infine, la mobilitazione di Milano si unisce a una forte protesta internazionale con rivendicazioni “Per la Palestina e i palestinesi”, in vista della “Giornata internazionale della solidarietà con il popolo palestinese” del 29 novembre, accusando Israele di proseguire un “Genocidio”. Si manifesta, inoltre, una netta opposizione “Contro la guerra e l’economia di guerra”, criticando l’aumento delle spese militari e l’orientamento all’industria bellica, che, secondo i sindacati, “sta rendendo estremamente critiche le condizioni materiali delle masse popolari e dei lavoratori in Italia” a causa dei tagli allo stato sociale e ai servizi pubblici. Questa eterogeneità di motivazioni politiche, sociali ed economiche conferisce allo sciopero una natura di protesta sistemica di vasta portata.

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