
La notte su Hong Kong si è trasformata in un incubo di fuoco: almeno 85 morti, tra cui un vigile del fuoco, decine di feriti e centinaia di dispersi dopo il gigantesco incendio divampato nel quartiere di Tai Po. A nord-est dell’isola, il cielo dell’inverno subtropicale si è tinto di rosso come se un vulcano fosse esploso all’improvviso, mentre le fiamme avvolgevano il complesso residenziale Wang Fuk Court, un enorme alveare di cemento abitato da circa 5 mila persone.
Le fiamme sono partite nel pomeriggio di mercoledì e, spinte dal vento, hanno divorato un intero isolato. Sette degli otto edifici di Wang Fuk Court hanno iniziato a bruciare come fiammiferi uno dopo l’altro, trasformandosi in torce alte decine di metri. Dalle alture dell’isola di Hong Kong il bagliore rosso era visibile a distanza, mentre un esercito di vigili del fuoco e soccorritori lottava per contenere il rogo e strappare più persone possibili alle fiamme.

Il bilancio pesantissimo destinato a crescere
Le autorità della Regione amministrativa speciale di Hong Kong, ex colonia britannica tornata sotto la Cina, continuano ad aggiornare un bilancio che resta pesantissimo. Si parla di almeno 85 vittime, tra cui un pompiere, e di decine di feriti, molti in condizioni critiche. All’appello mancano oltre 250 residenti che non risultano rintracciabili e, solo quando sarà possibile entrare in tutti i circa duemila appartamenti del complesso, sarà chiaro se il numero dei morti è destinato a salire ulteriormente.
Si tratta del primo disastro di questa portata da almeno 17 anni per Hong Kong e la tragedia ha spinto il presidente cinese Xi Jinping a intervenire direttamente. Secondo l’agenzia ufficiale Xinhua, il leader ha esortato le autorità locali “a compiere ogni sforzo possibile per spegnere l’incendio e ridurre al minimo le vittime e le perdite” ed ha espresso le proprie condoglianze per le persone morte nel devastante rogo, chiedendo al tempo stesso un sostegno rapido e concreto per gli sfollati.

Tre persone arrestate per omicidio colposo e indagine su possibile corruzione
Sul fronte delle cause, solo le perizie tecniche potranno chiarire come si siano sviluppate le prime fiamme: se per un corto circuito, per un attrezzo usato dagli operai o per un altro innesco. Il complesso era in piena ristrutturazione e, come spesso accade nella metropoli del Sud della Cina, ogni palazzo era avvolto da impalcature di bambù. Un materiale in uso da millenni, leggero ed elastico, capace di reggere pesi notevoli ma anche estremamente infiammabile, che avrebbe alimentato la corsa del fuoco da un edificio all’altro.
Eileen Chung, sovrintendente della polizia, ha affermato che tre uomini dell’impresa edile responsabile dei lavori dei condomini sono stati arrestati con l’accusa di omicidio colposo. Inoltre la Commissione indipendente contro la corruzione di Hong Kong ha dichiarato di aver “istituito una task force speciale per condurre un’indagine completa sulla possibile corruzione correlata ai principali lavori di ristrutturazione”.
Mentre le indagini si concentrano sul rispetto delle norme di sicurezza, emergono racconti che fanno rabbrividire. Secondo quanto riferito dai residenti all’ex consigliere distrettuale Herman Yiu Kwan-ho e riportato dal South China Morning Post, gli allarmi non sarebbero mai scattati, neppure quando negli androni già si sentiva odore di bruciato. I condomini sarebbero stati avvisati soltanto da una guardia di sicurezza che ha iniziato a bussare porta per porta, lasciando a molti pochissimi minuti per raccogliere qualcosa e fuggire.
Il pensionato 83enne Chan Kwong-tak, che vive nella comunità, ha descritto così quei momenti: “Se qualcuno stava dormendo in quel momento, era spacciato”, ha spiegato, sottolineando che molti residenti hanno dovuto salvarsi da soli. Nelle operazioni sono stati impegnati quasi 800 vigili del fuoco e 400 agenti di polizia, con 128 autopompe e 57 ambulanze, mentre oltre 700 persone hanno trovato riparo nei cinque centri di accoglienza allestiti in città. Il South China Morning Post parla anche di tre uomini arrestati con l’accusa di omicidio colposo e di oltre 100 animali domestici rimasti intrappolati; l’Hong Kong Pet Club, ha spiegato Zoie Cheng Kam-shan, direttrice dello sviluppo commerciale, ha inviato due ambulanze veterinarie per accogliere cani e gatti strappati al fuoco.


