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Zelensky alza il muro: la pace non può passare dalla resa territoriale

Pubblicato: 28/11/2025 08:39

Il negoziato tra Ucraina, Russia e Stati Uniti sembra avanzare solo in apparenza, mentre sul terreno politico la distanza resta enorme. Kiev continua infatti a ripetere che nessuna trattativa potrà mai prevedere la cessione di territori occupati da Mosca. È una linea che il governo di Volodymyr Zelensky considera non solo politica ma esistenziale: lo Stato ucraino non intende legittimare un’invasione militare con una revisione dei confini, né accettare un accordo che trasformi l’aggressione del 2022 in un fatto compiuto. Una posizione che arriva proprio mentre Mosca lascia trapelare l’idea che la bozza di pace proposta dagli Stati Uniti possa diventare un punto di partenza, pur ribadendo la richiesta di riconoscere il controllo russo sulle regioni occupate, elemento giudicato “non negoziabile” dal Cremlino. In questo quadro, il confronto diplomatico appare ancora sospeso tra aperture prudenti e veti incrociati, con Kiev che avverte gli alleati: nessun documento verrà firmato se dovesse comportare una mutilazione del territorio nazionale e un precedente geopolitico pericoloso per l’intera Europa.

Le condizioni di Mosca e il margine reale del negoziato

La posizione russa resta ancorata a una condizione precisa: l’Ucraina dovrebbe riconoscere la perdita di alcune regioni, un requisito che Vladimir Putin continua a definire indispensabile per qualsiasi ipotesi di cessate il fuoco “credibile”. È un approccio che punta a congelare la situazione attuale, trasformando il controllo militare in controllo politico e lasciando all’Ucraina la responsabilità della rottura. Di fronte a questo scenario, l’amministrazione americana insiste nel costruire una mediazione che possa essere presentata come un percorso di de-escalation, ma il baricentro delle trattative si è spostato: senza l’assenso di Kiev, nessun tavolo può avanzare davvero. E Zelensky ha già mandato un messaggio chiaro ai partner occidentali: la sovranità territoriale non è una variabile negoziabile, nemmeno in un compromesso più ampio sulla sicurezza.

Le pressioni sugli Stati Uniti e la diplomazia a più velocità

Washington continua a proporre modifiche a una bozza iniziale di 28 punti, cercando di creare un equilibrio tra gli interessi strategici occidentali e le sensibilità ucraine. Ma ogni passo avanti richiede un consenso che al momento non c’è. Kiev teme che qualunque concessione territoriale possa diventare un precedente pericoloso, indebolendo il fronte europeo e aprendo una fase di instabilità in cui altri attori autoritari potrebbero usare la forza per ridisegnare le mappe politiche. Allo stesso tempo, la Casa Bianca cerca di evitare che la guerra torni a espandersi o che il conflitto trascini gli Stati Uniti in una spirale ancora più dura con la Russia. È una diplomazia a più velocità, nella quale ogni parola pesa: parlare di “base per un accordo futuro” non significa che esista già un terreno comune, ma solo che entrambe le parti, per un attimo, hanno smesso di dirsi no su tutto.

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Ultimo Aggiornamento: 28/11/2025 08:43

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