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“Neanche ci fosse Totò Riina!”. Famiglia nel bosco, la furia di Salvini

Pubblicato: 28/11/2025 11:08

Nel pieno di un clima politico già teso, la serata di giovedì 27 novembre ha visto il ministro dei Trasporti Matteo Salvini tornare al centro del dibattito con un intervento molto duro nel programma Ore 14 sera su Rai 2. Alla vigilia dello sciopero generale, il leader della Lega ha scelto di concentrarsi sulla vicenda della cosiddetta famiglia nel bosco, un caso che negli ultimi giorni ha suscitato polemiche e divisioni. Con toni accesi e un atteggiamento fortemente critico, il ministro ha contestato in modo diretto il ruolo dei servizi sociali e del tribunale dei minorenni che ha disposto l’allontanamento di tre bambini dalla loro abitazione in un’area boschiva.
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Le accuse di Salvini alle istituzioni

Salvini ha definito la sottrazione dei minori “l’ultima soluzione”, sostenendo che nel caso specifico non ci sarebbero state le condizioni per un intervento così drastico. Rivendicando di essersi documentato sulla vicenda, il ministro ha dichiarato: “Non parlo a caso”, affermando di aver letto le carte e di aver parlato più volte con il legale della famiglia, l’avvocato Angelucci.

Durante l’intervista, il leader della Lega ha dipinto un quadro quasi idilliaco della famiglia composta da Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, che vive in una casa immersa nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti. Ha descritto i tre bambini come cresciuti “in mezzo alla natura”, impegnati nell’istruzione parentale “come altre 16 mila famiglie in Italia”. Poi l’affondo: niente televisione, niente smartphone, un modello educativo che Salvini ha definito con toni entusiastici: “Bimbi senza telefonini, un miracolo!”.

Matteo Salvini e Francesca Verdini in un momento pubblico

Confronti, critiche e un linguaggio incendiario

Nel suo intervento, Salvini ha paragonato la situazione dei bambini di Palmoli a quella dei minori che vivono nei campi nomadi, accusando servizi sociali e magistratura di agire con due pesi e due misure. Secondo il ministro, nei campi rom i bambini vivrebbero “nella cacca”, “educati alla violenza”, senza che questo provochi la stessa reattività da parte delle istituzioni.

Al contrario, ha denunciato che “un giorno si svegliano” e decidono di inviare “cinque pattuglie dei carabinieri in un bosco, neanche ci fosse Totò Riina” per prelevare i tre figli della coppia anglo-australiana. Parole pesanti, destinate ad alimentare ulteriori tensioni su un caso che ha già acceso l’opinione pubblica.

I tre bambini della famiglia anglo-australiana di Palmoli, in una foto ravvicinata, che li mostra in un momento di gioco all

Un caso che “angoscia” il ministro

Nel corso dell’intervista, Salvini ha ribadito più volte il coinvolgimento emotivo che questa vicenda avrebbe suscitato in lui. Ha parlato di una storia che lo ha “colpito profondamente” e “angosciato”, definendo la decisione del tribunale dei minorenni dell’Aquila un “sopruso” e un “atto di violenza ingiustificata”.

Il ministro ha affermato con forza: “Uno Stato che entra con la forza in casa di una famiglia non è uno Stato in cui voglio crescere i miei figli”, evidenziando così la sua condanna totale dell’intervento delle autorità. Ha concluso rinnovando l’auspicio che i tre bambini possano tornare presto dalla loro famiglia: “Spero che sia una delle ultime notti che quei tre bimbi passeranno lontani dall’affetto della loro mamma e del loro papà”.

Un dibattito destinato a proseguire

Il caso della famiglia nel bosco continua così a occupare il centro del confronto politico, con le parole di Salvini che aggiungono tensione a una vicenda già complessa. Le istituzioni, i servizi sociali e la magistratura minorile restano sotto il faro dell’opinione pubblica, mentre il ministro dei Trasporti promette di mantenere alta l’attenzione su quella che definisce una “ingiustizia”. Un tema che, con ogni probabilità, continuerà a far discutere ancora a lungo.

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