
I carabinieri del Ris di Olbia si sono presentati ieri sera nell’abitazione di Maria Giovanna Meloni e Giorgio Beccu, la coppia indagata per la scomparsa di Rosa Bechere, la 60enne di cui non si hanno notizie dal 25 novembre 2022. L’ipotesi degli investigatori è che i due possano aver ucciso la donna e occultato il corpo all’interno della loro abitazione di via Pietro Aretino, forse in una botola o in un vano nascosto.
L’accesso dei militari è avvenuto alla presenza degli avvocati della coppia, Giampaolo Murrighile e Angelo Merlini, che hanno assistito all’intera operazione. Le verifiche rappresentano una nuova fase delle indagini, riaperte dopo mesi di stallo.
Il fascicolo sulla scomparsa è stato infatti riaperto nelle scorse settimane, quando i legali dei familiari della donna hanno presentato opposizione alla richiesta di archiviazione. La Procura è ora alla ricerca di nuove prove, indizi e tracce che possano fare luce sulla sorte della 60enne invalida.
Secondo la ricostruzione accusatoria, nel 2022 Rosa Bechere avrebbe aperto la porta della sua abitazione di via Petta alla coppia Meloni-Beccu, ritenuta da lei amica. Qui, stando all’ipotesi degli inquirenti, sarebbe stata stordita con una dose elevata di benzodiazepine per essere poi derubata.
La coppia è da anni indagata per reati minori legati al presunto furto dei risparmi della donna. Mancano infatti circa 9.000 euro, arretrati che l’Inps avrebbe dovuto erogare nel dicembre 2022. Dopo il fatto, la loro auto sarebbe rimasta parcheggiata a lungo nei pressi dell’abitazione della vittima.
Attualmente i due sono sotto processo in rito abbreviato per i reati minori, ma senza una prova regina sul possibile omicidio la Procura aveva chiesto l’archiviazione. A opporsi sono stati gli avvocati dei familiari, Abele Cherchi, Cristina Cherchi ed Edoardo Morette, rilanciando l’esigenza di approfondire ogni dettaglio irrisolto.
La nuova pista investigativa ipotizza che la 60enne possa essere stata uccisa proprio a causa dell’eccessiva dose di benzodiazepine somministrata per facilitarne la rapina. Una volta accortisi del decesso, la coppia avrebbe potuto tentare di occultare il cadavere all’interno della casa.
Nonostante le numerose ricerche effettuate negli anni, non sono mai emerse prove decisive sulla presunta eliminazione fisica del corpo. Da qui la necessità di una nuova e più accurata attività di verifica nell’abitazione e nelle pertinenze della coppia.
L’intervento dei carabinieri in via Pietro Aretino si è protratto fino a tarda notte, includendo anche il controllo delle due auto della coppia: una mai ispezionata prima, l’altra analizzata con il luminol in cerca di eventuali tracce biologiche utili. Le prossime settimane potrebbero rivelarsi decisive per capire cosa sia realmente accaduto a Rosa Bechere.


