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Famiglia nel bosco, come si è presentato il padre Nathan nella nuova casa

Pubblicato: 01/12/2025 08:24

Nathan ha varcato ieri, per la prima volta, la soglia di una casa che somiglia davvero a un’abitazione tradizionale, lontana dalle condizioni estreme in cui la famiglia anglo-australiana ha vissuto per anni nel bosco di Palmoli. La giornata è cominciata presto, con il padre impegnato a caricare buste di vestiti, coperte e pochi oggetti essenziali, testimonianza di una quotidianità ridotta all’osso che ora cerca una nuova forma. Il casolare “Nonna Gemma”, rimesso a nuovo per finalità turistiche, si è aperto davanti a lui come un ambiente quasi estraneo: stanze pulite, infissi nuovi, acqua corrente, elettricità.

Un mondo diverso, a pochi minuti dal luogo dove fino a poche settimane fa la famiglia viveva senza alcun servizio di base. Il gesto, semplice solo in apparenza, rappresenta invece un passaggio cruciale in una vicenda divenuta simbolo di fragilità, incomprensioni istituzionali e tentativi di ricomporre un equilibrio familiare spezzato. Il casolare è stato offerto gratuitamente dal ristoratore ortonese Armando Carusi, che nelle scorse settimane ha deciso di mettere a disposizione la struttura per aiutare la famiglia ad affrontare questa fase complessa.

Un nuovo inizio per la famiglia nel bosco

E così, ieri, l’ingresso di Nathan nella nuova abitazione ha assunto il valore di una soglia emotiva: un primo passo verso la normalità, o almeno verso ciò che potrebbe convincere le istituzioni della loro volontà di voltare pagina.

La permanenza nel casolare “Nonna Gemma” è una soluzione temporanea, in attesa della ristrutturazione e della messa a norma del loro rifugio nel bosco. La famiglia non ha mai nascosto il desiderio di tornare là, ma con condizioni diverse, e questo periodo transitorio potrebbe rivelarsi determinante per il futuro dei tre minori allontanati il 20 ottobre scorso con un’ordinanza del Tribunale dei Minori dell’Aquila. I bambini, insieme alla madre Catherine, si trovano attualmente in una comunità protetta, mentre Nathan è rimasto solo nella vecchia casa tra i boschi fino all’arrivo dell’offerta dei Carusi.

La speranza di un ricongiungimento familiare

È in questo snodo che la vicenda assume un peso ancora più rilevante: il trasferimento nel casolare ristrutturato potrebbe influire in modo significativo sul ricorso presentato contro l’ordinanza del Tribunale. Secondo quanto riferito dai nuovi legali della coppia, uno degli elementi valutati dai giudici sarà la capacità dei genitori di garantire ai figli un’abitazione dotata dei servizi essenziali e di condizioni igienico-sanitarie adeguate. Mostrare questa disponibilità, dopo anni di vita completamente isolata, potrebbe rappresentare un argomento decisivo per riaprire la porta a un’eventuale riunificazione familiare nelle prossime settimane.

A confermare le speranze e la delicatezza del momento è arrivato anche il commento di Leonora Carusi, figlia del proprietario del casolare, che ha seguito da vicino le fasi del trasferimento: “Ci auguriamo che ora le istituzioni si muovano per riunire la famiglia”, ha dichiarato, ribadendo quanto questa soluzione sia stata pensata proprio per dare un aiuto concreto in una situazione diventata rapidamente di interesse nazionale.

Il futuro della famiglia nel bosco

Resta ora da capire come reagiranno i giudici di fronte a questo cambio di scenario e quali sviluppi porterà il trasloco di Nathan nel nuovo alloggio.

Intanto, mentre il casolare “Nonna Gemma” si prepara ad accogliere per la prima volta uno dei protagonisti di questa storia, resta la sensazione che il vero passaggio decisivo debba ancora arrivare. E che il futuro della famiglia dipenda proprio da questo fragile equilibrio tra ciò che è stato e ciò che potrebbe diventare.

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