
Negli spazi chiusi e luminosi dei grandi centri commerciali, dove il via vai costante di persone crea un senso di normalità rassicurante, raramente ci si aspetta che qualcosa possa spezzare l’equilibrio di una giornata ordinaria. Tra vetrine decorate per le festività e famiglie alle prese con gli acquisti, ogni rumore insolito può trasformarsi in un’allerta improvvisa, capace di travolgere l’intero ambiente in pochi secondi. È in questi momenti che la percezione collettiva cambia forma, alimentata da timori diffusi e dalla rapidità con cui il panico può propagarsi.
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Quando un suono inatteso esplode in una folla, i volti si irrigidiscono, le conversazioni si interrompono bruscamente e l’attenzione di tutti converge verso l’origine del rumore. Bastano pochi istanti perché il timore si trasformi in paura concreta, spingendo la gente a correre verso l’uscita, a telefonare, a cercare informazioni che possano rassicurare o confermare l’incerto. In un contesto già affollato per via degli acquisti natalizi, ogni anomalia può apparire come un pericolo imminente.

Panico al centro commerciale di Casamassima
Questo è ciò che è accaduto al centro commerciale di Casamassima, in provincia di Bari, dove in pochi secondi un clima festoso si è trasformato in un’ondata di paura. All’interno del punto vendita Mediaworld, tre ragazzini tra i 12 e i 13 anni hanno diffuso da una cassa bluetooth in esposizione un audio contenente colpi di arma da fuoco e frasi in arabo, simulando una situazione di estrema pericolosità.
Clienti in fuga e intervento immediato delle forze dell’ordine
L’effetto è stato immediato: i clienti presenti hanno iniziato a correre verso le uscite mentre altri contattavano in fretta le forze dell’ordine, temendo un possibile attentato. La situazione, già resa concitata dall’afflusso interno tipico del periodo festivo, è stata riportata alla calma grazie al rapido arrivo dei carabinieri della stazione locale e di una pattuglia della Guardia di Finanza, che si trovava già nell’area commerciale.
Una volta assicurata la sicurezza dei presenti, i militari hanno rintracciato i tre minorenni, responsabili della messinscena. I ragazzi avevano utilizzato uno smartphone per connettersi alla cassa bluetooth e diffondere l’audio, convinti probabilmente di compiere uno scherzo senza valutarne le conseguenze.

Denuncia per procurato allarme
I tre giovanissimi, tutti studenti del posto e completamente incensurati, sono stati identificati e denunciati in stato di libertà con l’accusa di procurato allarme. Successivamente sono stati affidati ai genitori, chiamati a rispondere del comportamento dei figli in una situazione che ha generato forte apprensione tra i presenti.
Le autorità giudiziarie, sia ordinaria sia minorile, sono state informate dell’accaduto. Restano inoltre da chiarire eventuali responsabilità legate alla vigilanza interna del punto vendita, aspetto che sarà oggetto di verifiche nelle prossime ore. Le indagini proseguono per ricostruire ogni dettaglio dell’episodio e valutare la portata del gesto, che in pochi minuti è riuscito a trasformare un pomeriggio di shopping in un’esperienza di paura collettiva.


