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Fa esplodere la casa e uccide tre carabinieri: la notizia su Maria Luisa è appena arrivata

Pubblicato: 01/12/2025 15:51

Maria Luisa Ramponi, 59 anni, sorella di Franco e Dino Ramponi, è stata dimessa dall’ospedale di Borgo Trento a Verona e trasferita nel carcere di Montorio. La donna è accusata di essere l’esecutrice materiale della strage avvenuta a Castel d’Azzano, che ha causato la morte di tre Carabinieri e il ferimento di 26 persone.

La 59enne era ricoverata dal 14 ottobre dopo aver riportato gravi ustioni nell’esplosione del casolare di famiglia. L’incidente ha provocato una deflagrazione dovuta a una miccia collegata a otto bombole di gas, mettendo a rischio anche la sua vita.

Secondo quanto riferito dall’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona, Maria Luisa è stata dimessa dal Centro Ustioni, dove era stata trasferita dalla Terapia Intensiva. Le fonti ospedaliere precisano che la donna non necessita di ulteriori cure e ha recuperato peso oltre a essere lucida.

Il trasferimento a Montorio consente ora alle autorità di procedere con il suo interrogatorio. La detenuta potrà essere sentita dal Gip Carola Musio, che coordina l’inchiesta sulla strage e sulla dinamica dell’esplosione.

La tragedia del 14 ottobre ha causato la morte dei carabinieri Valerio Daprà, Marco Piffari e Davide Bernardello, oltre a ferire altre persone presenti, tra cui la stessa Ramponi. L’indagine punta a chiarire il ruolo dei tre fratelli nella strage.

I fratelli Franco e Dino Ramponi, già detenuti a Montorio, sono accusati di strage per la morte dei militari. Il Tribunale del Riesame di Venezia ha rigettato, lo scorso 7 novembre, le richieste di attenuazione della misura cautelare, confermando la gravità delle accuse.

Emergono dettagli sulle conseguenze dell’esplosione: vicini di casa hanno denunciato danni materiali agli immobili causati dal crollo del casolare, circostanza che rafforza il quadro accusatorio nei confronti della famiglia Ramponi.

Con Maria Luisa ora in carcere, l’inchiesta può accelerare. L’interrogatorio della presunta autrice materiale permetterà di chiarire la dinamica della miccia e delle bombole di gas all’interno della proprietà dei Ramponi.

Le indagini proseguono per comprendere i motivi alla base della tragedia e accertare eventuali responsabilità aggiuntive. La comunità di Castel d’Azzano resta profondamente scossa per l’evento e attende sviluppi sull’evoluzione del processo.

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