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“È la decisione della famiglia”. Pietrangeli, poco fa l’annuncio sui funerali: “Seppellitemi lì”

Pubblicato: 01/12/2025 16:28

Questa mattina, nel mondo del tennis italiano, si è diffuso un sentimento di profondo smarrimento. Un pilastro della nostra storia sportiva è venuto a mancare, lasciando un vuoto incolmabile. Le parole di chi lo ha conosciuto davvero hanno iniziato a rincorrersi fin dalle prime ore del giorno, rivelando quanto fosse grande l’impronta lasciata da un uomo che ha attraversato oltre mezzo secolo di sport, costume e memoria collettiva. Tra i primi a esprimersi c’è stato Paolo Bertolucci, voce tecnica ormai iconica per gli appassionati televisivi e, un tempo, compagno di avventure che hanno trasformato un semplice gioco in una passione nazionale.

In un lunedì che lui stesso ha definito «un gran brutto lunedì, purtroppo ci ha lasciato», Bertolucci ha rievocato l’atmosfera di quegli anni in cui l’Italia scopriva con orgoglio un talento capace di rendere possibile l’impossibile. Lo ha fatto ricordando non solo l’allenatore, non solo il leader, ma la figura che aveva saputo indicare una strada ai più giovani. Rievocando le sue imprese e la sua statura umana, l’ex giocatore ha ripercorso i momenti che avevano segnato un’epoca, restituendo l’immagine di un uomo che non aveva mai smesso di essere un punto di riferimento.

L’addio a un mito del tennis

La narrazione ha assunto un respiro via via più intenso quando Bertolucci ha spiegato quanto quelle immagini d’infanzia, nel bianco e nero della televisione, avessero alimentato il sogno di un’intera generazione. «È stato il nostro capitano nella prima vittoria in Coppa Davis, in Cile nel 1976, ma soprattutto è stato il primo grande giocatore italiano, recordman assoluto per quanto riguarda i match disputati in Coppa Davis, un record che nessuno potrà mai togliergli», ha ricordato con emozione, tracciando il profilo di un vero pilastro dello sport azzurro.

Solo dopo queste parole è arrivata, inevitabile e definitiva, la conferma: Nicola Pietrangeli è scomparso oggi all’età di 92 anni. La notizia, pur attesa da chi conosceva le sue condizioni, ha comunque portato con sé un senso di perdita collettiva, la consapevolezza che uno degli ultimi custodi di un’epoca irripetibile abbia chiuso il suo cerchio terreno. Un cerchio fatto di vittorie, aneddoti, caparbietà e una personalità capace di lasciare un’impronta indelebile ben oltre i confini dello sport.

Il ricordo di un eroe

Da quel momento le parole di Bertolucci hanno assunto un sapore diverso, quello del ricordo che diventa commiato. «Ma è stato soprattutto il nostro primo eroe tennistico, da ragazzini lo guardavamo giocare a bocca aperta, nel bianco e nero dei primi incontri di Davis», ha spiegato, aggiungendo che Pietrangeli possedeva qualcosa che andava ben oltre la tecnica: un magnetismo naturale, un modo di stare al mondo che trasformava ogni match in una storia da raccontare.

L’ex compagno di squadra ha voluto sottolineare anche la capacità del campione di imporsi come personaggio a tutto tondo. «Nicola aveva anche una grande personalità, un grande personaggio, che ha scritto pagine indelebili per il tennis italiano. Purtroppo, dopo Lea Pericoli abbiamo perso anche lui», ha concluso con un misto di tristezza e gratitudine. Parole che hanno trovato eco immediata tra addetti ai lavori, appassionati e amici, tutti consapevoli che con lui se ne va un pezzo di storia irripetibile.

L’ultimo saluto al campione

Intanto la famiglia ha reso note le disposizioni per l’ultimo saluto, definendo una cornice che rispecchia perfettamente la sua vita: mercoledì alle 15, a Ponte Milvio, nella chiesa di Santa Maria della Gran Madre di Dio, si svolgeranno i funerali del grande campione. La camera ardente sarà allestita sempre mercoledì, dalle 9 alle 12, sul campo del Foro Italico che porta il suo nome, luogo simbolo del tennis italiano e spazio a cui lui rimase legato fino all’ultimo istante.

E proprio quel desiderio, pronunciato con il tono leggero ma serio di chi sa ridere anche dell’inevitabile, oggi assume un significato nuovo. Tempo fa, in una delle sue celebri battute, aveva detto: «Seppellitimi qui al Foro Italico». Una frase che oggi suona come un testamento affettuoso, l’ultima fotografia di un uomo che aveva trasformato un campo da tennis nel luogo naturale della sua esistenza.

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