
Il 10 febbraio 2017 Andrea Sempio si presenta in Procura a Pavia per il suo secondo interrogatorio. È un momento cruciale: per la prima volta viene iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio di Chiara Poggi, ipotizzato in concorso con Alberto Stasi o con altre persone non identificate. È un’accusa che oggi torna ad affacciarsi nella sua vita, dopo che le prime verifiche su di lui si erano concluse con un’archiviazione.
Negli ultimi giorni l’attenzione si è concentrata su una serie di foto inedite scattate la mattina del delitto. In quegli scatti, recuperati da una giornalista freelance presente sul luogo del fatto nel 2007 e ascoltata dai carabinieri il primo dicembre, si vede Sempio prima parlare con alcuni presenti fuori dalla villetta di Garlasco e poi all’interno di un’auto. Materiale che non era mai circolato e che ora ha assunto un peso decisivo.
Secondo quanto emerso, queste immagini sembrerebbero confermare quanto narrato da Sempio già nel 2017: gli orari in cui avrebbe percorso la via Pascoli e il fatto che sarebbe passato più volte nella zona. I suoi legali, intervenuti quando le foto hanno iniziato a circolare sui social, hanno sottolineato che “queste immagini sono la miglior conferma della versione di Andrea Sempio”.

Il difensore Liborio Cataliotti, insieme all’avvocata Angela Taccia, ha ricordato che Sempio nel 2007 aveva raccontato fin da subito di essere transitato una prima volta davanti alla villetta senza fermarsi, notando un gruppo di persone all’esterno. Successivamente sarebbe tornato con il padre per capire cosa stesse accadendo, una circostanza da lui riferita sin dai primi colloqui con gli investigatori.
Ma cosa aveva dichiarato esattamente Sempio nel 2017, quando ripercorse passo dopo passo il 13 agosto 2007, il giorno in cui Chiara Poggi venne uccisa? Nell’interrogatorio aveva raccontato di essersi svegliato intorno alle nove, spiegando di non ricordare con certezza chi fosse in casa in quel momento. Aveva poi atteso il rientro della madre, uscita a fare la spesa con l’auto di famiglia, e una volta rientrata era partito verso Vigevano.
L’intenzione, disse, era quella di visitare la Feltrinelli, che però risultò chiusa. Dopo aver passeggiato in piazza Ducale, era rientrato a Garlasco. Quel tragitto sarebbe collegato allo scontrino del parcheggio trovato in auto giorni dopo, un elemento che però agli occhi degli inquirenti avrebbe scarso valore, non coincidendo con l’orario ipotizzato della morte di Chiara. Nonostante ciò, la famiglia Sempio ha sempre custodito quel biglietto come parte della ricostruzione della giornata.

Sempio aveva aggiunto che, tornato a Garlasco intorno alle 11, era andato a trovare la nonna, con la quale aveva trascorso il tempo fino all’ora di pranzo. Dopo aver mangiato a casa, lui e suo padre erano tornati ancora dalla donna. Lasciata l’abitazione, erano passati nuovamente davanti alla via Pascoli e Sempio aveva notato la presenza di ambulanze e movimento.
Qualche tempo dopo, raccontò, era uscito di nuovo in auto e, passando un’ulteriore volta nella stessa zona, si era fermato. Raccolte le prime informazioni da alcune persone, aveva appreso che era stata trovata una ragazza senza vita, senza ancora sapere che si trattasse di Chiara Poggi. Un carabiniere gli aveva poi intimato di allontanarsi. Rientrato a casa aveva informato il padre, con il quale era tornato sul posto, scoprendo in quel momento l’identità della vittima. Disse inoltre di aver visto Marco, il fidanzato di Chiara, solo successivamente, all’obitorio di Vigevano.
Intanto la Procura di Pavia prosegue il nuovo filone investigativo su Andrea Sempio. Il 18 dicembre la perita super partes, Denise Albani, presenterà ai magistrati le conclusioni dell’incidente probatorio sugli accertamenti genetici. Solo dopo quella data si saprà se verrà chiesto o meno il rinvio a giudizio nei confronti di Sempio.


