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“Ci ha lasciati anche lui”. Mamma muore nel sonno a soli 22 anni, poi un’altra tragedia: atroce 

Pubblicato: 03/12/2025 12:49

Era una domenica sera come tante altre, un momento di quiete domestica dopo una giornata trascorsa. Una giovane vita, appena ventiduenne e al culmine di una grande attesa, si preparava per la notte. Era incinta, alla ventesima settimana, e portava in grembo il suo bambino, un maschio che avevano già deciso di chiamare Arlo. La giovane si è coricata, lamentando solo un leggero malessere, forse un’indigestione, niente che potesse far presagire la catastrofe imminente. Ma quella mattina dopo, il risveglio non è mai arrivato.

Stroncata nel sonno da una causa ignota, ha lasciato un vuoto inimmaginabile. La tragedia, già immensa, si è aggravata di un dolore ulteriore e straziante: anche il suo bambino, Arlo, non ce l’ha fatta. Dietro di sé, ha lasciato non solo i genitori, ma anche una bambina di soli 18 mesi, troppo piccola per capire che il volto sorridente e affettuoso della sua mamma non tornerà. La famiglia si aggrappa ora al filo sottile dell’attesa, sperando che un’autopsia, per ora inconclusiva, possa svelare il mistero di una morte tanto improvvisa quanto inspiegabile.

L’ultimo addio e il mistero della morte

La comunità è stata colpita da una tragedia straziante e inspiegabile: Charlie Comer, una giovane mamma di appena 22 anni e incinta di venti settimane, è morta nel sonno lo scorso 13 ottobre a Devon, nel Regno Unito. Un evento già doloroso è stato amplificato dalla successiva e ancor più straziante notizia: anche il bambino che portava in grembo non ce l’ha fatta. La famiglia, in lutto profondo, si ritrova ora ad affrontare un dolore immenso, aggravato dall’incertezza e dalla mancanza di risposte chiare sulle cause del decesso.

La sera prima della sua scomparsa, Charlie Comer era andata a letto lamentando di non sentirsi molto bene, un malessere che inizialmente aveva attribuito a del fish and chips che aveva mangiato. Sua madre, Carrie Burns, 42 anni, ha raccontato a Devon Live la dinamica degli eventi, sottolineando quanto tutto sia accaduto in modo inaspettato. “Era una domenica sera, è andata a letto dicendo di non sentirsi molto bene… Ma non si è più svegliata,” ha confessato la donna. Nonostante fosse alla ventesima settimana di gravidanza e avesse avuto qualche episodio di nausea mattutina, la giovane sembrava in salute. Aveva superato momenti difficili legati alla salute mentale in passato e aveva ritrovato un equilibrio, guardando al futuro con serenità e positività, in particolare grazie alla gioia per l’imminente nascita del suo secondo figlio. L’autopsia iniziale non è riuscita a fornire alcuna spiegazione chiara, non trovando “cause evidenti” per il decesso. La famiglia è in attesa di ulteriori analisi e dell’inchiesta, che le è stata genericamente promessa “tra qualche settimana”, ma senza alcuna certezza sui tempi.

Il piccolo Arlo non ce l’ha fatta

Alla tragedia della perdita di Charlie si è aggiunta quella del suo bambino non ancora nato. Dopo il decesso della madre, il piccolo Arlo è morto. In un gesto di profondo amore e per rispettare il legame breve ma intenso tra madre e figlio, la nonna, Carrie, ha chiesto che il bambino potesse restare vicino a Charlie durante l’autopsia. “Abbiamo chiesto che il piccolo rimanesse con lei,” ha spiegato Carrie. Arlo è stato successivamente portato a Southampton per un esame specialistico volto a garantirne l’integrità. La famiglia aveva già scoperto che si trattava di un maschio e aveva scelto per lui il nome Arlo. La scomparsa di Arlo rappresenta un ulteriore, lancinante colpo al cuore per i familiari già distrutti dal dolore.

Charlie lascia anche la sua primogenita, Remi, una bambina di soli 18 mesi, ancora troppo piccola per comprendere la portata della perdita. “Remi vive con suo padre, e noi la vediamo qualche volta a settimana,” ha raccontato la nonna. La somiglianza tra la piccola e Charlie è impressionante, un riflesso della madre in un momento in cui la sua presenza fisica è venuta meno. La missione della famiglia ora è quella di prendersi cura di Remi e aiutarla, crescendo, a ricordare “chi era sua mamma e quanto la amava.” Il compito è arduo, ma necessario per mantenere vivo il ricordo di Charlie nella vita della sua bambina.

Il peso dell’incertezza per la famiglia

Per Carrie Burns, la madre di Charlie, il dolore più lancinante è rappresentato dall’incertezza. Non conoscere la causa della morte di sua figlia rende l’accettazione e l’elaborazione del lutto quasi impossibili. “Non sapere cosa l’abbia uccisa rende tutto ancora più difficile,” ha confidato la 42enne. Pur riconoscendo che la perdita di una giovane di vent’anni non avrebbe comunque senso, la possibilità di capire il motivo le consentirebbe, almeno, di “cominciare a elaborare il lutto.” Charlie era finalmente felice e serena, proiettata positivamente verso il futuro. Stava affrontando un percorso di supporto per alcuni suoi disturbi, ma la gioia di dare alla luce il suo secondo figlio la rendeva radiosa. La madre la ricorda come una persona viva, capace di rendere felice chiunque le stesse intorno. Chi l’ha conosciuta, conclude Carrie affranta, la ricorderà con affetto infinito. La speranza della famiglia resta quella di ricevere presto i risultati delle analisi aggiuntive che possano finalmente far luce su questa inspiegabile tragedia.

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