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Italia, Sharon muore a 19 anni nell’atroce schianto: genitori distrutti, la richiesta straziante

Pubblicato: 03/12/2025 13:29

I familiari di Sharon Bonillo, la 19enne tarantina morta a seguito delle gravissime ferite riportate nell’incidente stradale della notte tra il 7 e l’8 marzo 2024, hanno avanzato una richiesta di risarcimento superiore al milione di euro. Nel processo in corso, che vede imputate quattro persone, i genitori della giovane – assistiti dagli avvocati Antonio Mancaniello e Luigi Esposito – si sono costituiti parte civile chiedendo 600mila euro ciascuno, mentre per il fratello è stata presentata una richiesta di 300mila euro. Domande risarcitorie sono state presentate anche dalle nonne e dalla zia materna della vittima.

Le richieste di rito e le posizioni degli imputati

Durante la seconda udienza davanti al gup, una delle imputate, Marika Simonetti, 34 anni, alla guida dell’auto su cui viaggiava Sharon, ha chiesto di essere giudicata con il rito abbreviato. Il giudice Pompeo Carriere si pronuncerà sulla richiesta il prossimo 29 gennaio, data in cui deciderà anche sul rinvio a giudizio degli altri tre imputati. La pm Filomena Di Tursi, titolare del fascicolo, ha chiesto infatti il rinvio a giudizio per tutte le persone coinvolte: oltre alla Simonetti, risultano indagati tre dipendenti comunali ritenuti responsabili, a vario titolo, delle condizioni della strada che avrebbero aggravato l’esito dell’incidente. Si tratta della dirigente Elena Campocci e dei tecnici Davide Palemburgi e Rossella Anna Summa, tutti accusati di omicidio stradale.

La dinamica dell’incidente e le responsabilità contestate

Il dramma si consumò in via Mediterraneo, collegamento tra Taranto e Talsano. La Fiat 500 con a bordo Sharon e altre tre giovani rientrava da una festa per la Giornata della donna quando uscì di strada, terminando la corsa contro un palo dell’Enel. La 19enne morì tre giorni dopo al Santissima Annunziata; altre due ragazze riportarono ferite gravi con oltre 40 giorni di prognosi.
Secondo le perizie, la conducente procedeva a 100 km/h in un tratto con limite di 50. Prima dello schianto, l’auto avrebbe tentato un sorpasso affiancando una Opel e urtandone la parte anteriore al rientro in carreggiata. Da quel momento la Simonetti avrebbe perso il controllo del mezzo, finito contro un palo in calcestruzzo posto a meno di due metri dalla strada, privo del guardrail considerato dalla pm una concausa del decesso. La posizione del conducente della Opel è stata invece archiviata.

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