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“Addio al Principe!”. Italia, è morto all’improvviso: l’annuncio appena arrivato

Pubblicato: 03/12/2025 13:47

Un annuncio carico di commozione ha attraversato in poche ore il mondo dell’aristocrazia italiana e dell’enologia di eccellenza: a soli 53 anni è morto Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi Altemps, figura raffinata, imprenditore del vino e discendente di uno dei casati più antichi della nobiltà romana. Il messaggio diffuso dal Gran Magistero e dalla Gran Cancelleria degli Ordini dinastici della Real Casa di Savoia non ha lasciato spazio a dubbi sullo spessore umano del principe, descritto come un uomo «di rara gentilezza, generosità ed educazione», capace di incarnare «con naturalezza i valori più alti della nostra tradizione».
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La notizia della sua morte improvvisa, causata da una malattia comparsa solo pochi mesi fa, ha suscitato profonda emozione tra chi negli anni ne aveva conosciuto la sobrietà, l’eleganza e la capacità di mantenere vive le radici della sua storia familiare senza rinunciare a uno sguardo contemporaneo. Una figura che univa passato e presente, tradizione e innovazione, cultura e imprenditoria, lasciando un segno distintivo nei mondi che aveva scelto di abitare.

Un’eredità antica nel cuore di Roma

Erede di una storia millenaria intrecciata con quella della Capitale, Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi Altemps portava nel proprio lignaggio nomi che hanno segnato la storia della Chiesa e della cultura europea. Tra i suoi antenati figurano infatti Gregorio XIII, promotore del calendario gregoriano, e Gregorio XV, pontefice dal ruolo chiave nella Controriforma. Il principe viveva nella storica casa-museo della famiglia affacciata su Piazza di Spagna, luogo che custodiva opere, arredi e memorie di una Roma che continua a parlare attraverso le residenze dei suoi antichi casati.

Accanto all’impegno come consigliere dell’Ambasciata dell’Ordine di Malta presso la Santa Sede, aveva nutrito una profonda passione per l’arte contemporanea. Nella sua galleria romana aveva ospitato negli anni opere di artisti come Jannis Kounellis e David Nash, rendendo lo spazio un punto di riferimento per un collezionismo colto, misurato, attento alle trasformazioni della creatività internazionale.

Il rilancio della Tenuta di Fiorano

La sua eredità più nota al grande pubblico resta tuttavia il lavoro svolto per riportare ai vertici dell’enologia italiana la Tenuta di Fiorano, lungo l’Appia Antica. Un progetto iniziato dallo zio Alberico, al quale Alessandrojacopo aveva dato nuova linfa, trasformando l’azienda in un simbolo di qualità e ricerca.

Sotto la sua guida, Fiorano è tornata a essere un’eccellenza, nota per uno dei primi tagli bordolesi d’Italia e per la reintroduzione del raro Semillòn, un bianco di nicchia particolarmente apprezzato dagli intenditori. Intensa e misteriosa la fama della cantina scavata nel tufo, mai aperta al pubblico: un luogo custodito con grande riservatezza, dove riposano circa 35 mila bottiglie, alcune risalenti agli anni Cinquanta, testimonianza preziosa di una tradizione vinicola unica nel suo genere.

L’ultimo saluto e il ricordo della comunità

Nella nota diffusa dagli Ordini dinastici, di cui il principe faceva parte da 23 anni, si legge un ricordo che parla non solo dell’uomo ma del segno che aveva lasciato nella comunità: «Un vero signore, sempre disponibile, attento e partecipe. La sua perdita lascia un vuoto profondo. La sua presenza, il suo stile e il suo esempio resteranno con noi». Parole che restituiscono l’immagine di una figura capace di coniugare autorevolezza, sobrietà e un senso civico raro, qualità riconosciute tanto nei contesti istituzionali quanto in quelli privati.

Le esequie si terranno giovedì 4 dicembre, alle ore 11:00, nella chiesa di Sant’Ignazio a Roma, dove familiari, amici, membri dell’aristocrazia e del mondo culturale renderanno omaggio a un uomo che ha saputo custodire e rinnovare un patrimonio storico, umano e artistico di straordinario valore.

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