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Famiglia nel bosco, i lavori alla casa sono ancora fermi: “Non vogliono la plastica”

Pubblicato: 04/12/2025 07:42

Oggi si svolge un’udienza cruciale presso il Tribunale per i Minorenni dell’Aquila riguardante i tre bambini della cosiddetta “famiglia nel bosco”. La vicenda, che ha suscitato un ampio dibattito in Italia, vede i genitori, Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, lottare per la restituzione dei loro figli, allontanati con decreto del 13 novembre. La prole, composta da una bambina di otto anni e due gemelli, maschio e femmina, di sei anni, tutti nati a Teramo, si trova al centro di un complesso caso che tocca le sfere dell’autonomia genitoriale, dell’interesse del fanciullo e della burocrazia edilizia. I coniugi, determinati a ricongiungersi con i figli, hanno persino accarezzato l’idea di una fuga in Australia, richiamando un precedente noto avvenuto a Bologna. Tuttavia, la situazione è resa ancora più complicata dalle difficoltà pratiche legate all’adeguamento della loro abitazione, requisito fondamentale per il possibile ritorno dei minori.

I lavori alla casa e l’opposizione alla plastica

Il nodo centrale che ostacola la risoluzione della vicenda risiede nel mancato avvio dei lavori di ampliamento del casolare che la famiglia dovrebbe occupare, situato a Palmoli. Il sindaco del comune, Giuseppe Masciulli, ha confermato che nessun progetto ufficiale di ampliamento è stato ancora depositato in Comune. Questo ritardo non è attribuibile unicamente a inerzia burocratica o logistica, ma è strettamente legato alle ferme convinzioni ideologiche dei coniugi Trevallion e Birmingham. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, i genitori avrebbero espresso una forte contrarietà all’utilizzo di determinati materiali da costruzione, arrivando a rifiutare categoricamente la plastica. Questa posizione, sebbene coerente con il loro stile di vita orientato alla natura e alla sostenibilità, si scontra con la necessità di rendere l’abitazione conforme agli standard richiesti per l’accoglienza dei minori, specialmente in un contesto di emergenza e temporaneità.

La richiesta di fitodepurazione e le lungaggini

Oltre alla questione dei materiali, i coniugi hanno manifestato l’intenzione di dotare il bagno della nuova abitazione di un sistema di fitodepurazione. Si tratta di una soluzione ecologica per il trattamento delle acque reflue, ma la sua realizzazione comporta una serie di passaggi amministrativi e tecnici non immediati. Ottenere il necessario nullaosta dalla Provincia è un processo che può richiedere diversi mesi. Questo aspetto temporale è cruciale, poiché l’abitazione che è stata ceduta in comodato d’uso ai genitori ha una scadenza: tra soli tre mesi l’immobile dovrà essere restituito al legittimo proprietario. Questa stringente tempistica mette ulteriore pressione sulla famiglia e sui loro legali, gli avvocati Femminella e Solinas, che si preparano ad affrontare l’udienza odierna. I genitori, come prassi, non saranno presenti in aula durante il procedimento.

L’orientamento dei giudici e l’interesse del fanciullo

L’udienza odierna è attesa con grande attenzione, sebbene l’esito più probabile sia che i giudici decidano di riservarsi di decidere in un secondo momento, piuttosto che revocare immediatamente il decreto di allontanamento. Già ieri, la presidente del Tribunale dei Minori dell’Aquila, Cecilia Angrisano, aveva rilasciato dichiarazioni che delineano l’orientamento della magistratura. La presidente ha posto l’accento sul fatto che le ideologie degli adulti, per quanto sentite, non possono prevalere sul principio preminente dell’interesse del fanciullo. Questo principio è sancito da tutte le principali carte nazionali e sovranazionali, poiché il bambino è considerato la parte vulnerabile e priva di voce in questi complessi contenziosi. L’azione dei giudici sarà dunque guidata dalla valutazione di ciò che è meglio per la crescita, la sicurezza e il benessere psicofisico dei tre bambini.

Il dibattito politico e l’ispezione annunciata

La vicenda non è rimasta circoscritta alle aule di tribunale e alle dinamiche familiari, ma ha innescato anche una reazione a livello politico e istituzionale. Dal Ministero della Giustizia, si è anticipato che la decisione sull’eventuale ispezione riguardo alla gestione del caso richiederà tempo per essere maturata. Su questo punto è intervenuta anche l’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), manifestando una certa sorpresa per l’iniziativa. Il vicepresidente Anm, Marcello De Chiara, ha criticato la mossa del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sottolineando che sorprende l’annuncio di una possibile ispezione fatto nell’immediatezza, soprattutto se il ministro stesso ha ammesso di non conoscere il contenuto preciso del provvedimento. L’Anm ha auspicato maggiore cautela nel commentare e nell’intervenire su decisioni della magistratura, evidenziando la delicatezza e la complessità di queste situazioni che richiedono un’analisi approfondita e riservata degli atti. La vicenda si configura, quindi, come un caso emblematico che intreccia questioni sociali, legali e politiche con l’obiettivo supremo di tutelare i diritti dei minori coinvolti.

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Ultimo Aggiornamento: 04/12/2025 07:46

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