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“Lavoro finito, non c’è niente che porta a lui”. Garlasco, la svolta nelle ultime ore

Pubblicato: 04/12/2025 09:03

Il lungo e meticoloso lavoro peritale, ordinato dalla giudice delle indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, sul materiale raccolto nella villetta di via Pascoli a Garlasco, teatro del tragico omicidio di Chiara Poggi il 13 agosto 2007, è finalmente giunto a un punto cruciale. Nel pomeriggio di mercoledì 3 dicembre, intorno alle 14.30, le parti coinvolte hanno ricevuto un’e-mail firmata dalla genetista Denise Albani, dal dattiloscopista Domenico Marchigiani e dal perito Giovanni Di Censo. I tre esperti hanno comunicato di aver depositato le loro relazioni relative all’incidente probatorio che riguarda Andrea Sempio, oggi indagato per l’omicidio in concorso della giovane ventiseienne. Un passaggio atteso da mesi, durante i quali udienze e incontri hanno permesso a consulenti e avvocati di confrontarsi progressivamente sui dati raccolti.

Il nuovo materiale porta con sé una certezza ormai consolidata: nessuna delle circa sessanta impronte digitali rilevate all’interno dell’abitazione appartiene a Sempio, così come nessuna traccia genetica trovata nella villetta risulta riconducibile al trentasettenne. Nella spazzatura dell’abitazione sono stati identificati solo il DNA della vittima e una traccia su una confezione di Estathé attribuita ad Alberto Stasi, l’allora fidanzato di Chiara, condannato in via definitiva a sedici anni come unico responsabile del delitto. A restare centrale, tuttavia, è l’analisi del DNA individuato sotto le unghie della giovane, già oggetto di accesi confronti nelle precedenti udienze.

Garlasco, cosa hanno scoperto i periti su andrea sempio

Si tratta di un esame estremamente complesso, poiché il materiale originale raccolto nel 2007 è stato completamente consumato nel 2014 in occasione della perizia effettuata dal professor Francesco De Stefano. Nell’udienza del 26 settembre scorso, la genetista Albani aveva chiarito in modo netto che il profilo genetico ricavato da quelle analisi è un “aplotipo parziale misto non consolidato”, ovvero una traccia incompleta, mescolata con un altro DNA maschile ancora più deteriorato, e non utilizzabile per identificare una persona specifica. La stessa Albani, con fermezza, aveva spiegato: “Non potrò mai dire, e ci tengo a sottolinearlo, che quel profilo è di Tizio, perché è proprio concettualmente sbagliato essendo un aplotipo”, aggiungendo che l’unico elemento ricavabile riguarda “un contesto familiare di appartenenza, ma sicuramente non va a individuare una singola persona”.

Garlasco Sempio

Impronte e dna: i dettagli che contano

La genetista aveva inoltre precisato che il risultato riportato nella perizia originaria non può essere considerato affidabile, poiché un dato genetico viene ritenuto solido solo quando “almeno due sessioni di analisi a pari condizioni” producono “una lettura sovrapponibile”. Un principio rispettato in altri passaggi dell’incidente probatorio, come quando la perita era riuscita ad accertare l’identità dell’“ignoto” trovato su una garza; ma, riferendosi al materiale relativo alle unghie di Chiara, aveva puntualizzato che “in questo caso non abbiamo due sessioni analitiche che siano state eseguite nelle medesime condizioni”.

L’uso della biostatistica, attraverso lo stesso software impiegato in passato sia dai consulenti della Procura di Pavia sia dalla difesa di Stasi, ha fornito una percentuale di compatibilità con l’aplotipo Y, un dato che rappresenta più un’indicazione di linea paterna che una prova individuale. Ora questo elemento, insieme ai concetti di compatibilità, DNA misto, traccia parziale e risultato non consolidato, diventerà il terreno su cui le parti si confronteranno nelle prossime settimane, con interpretazioni che si preannunciano divergenti.

Garlasco Sempio

Il futuro dell’inchiesta: le prossime tappe

I consulenti di Andrea Sempio, di Alberto Stasi e della famiglia Poggi non hanno ancora ricevuto formalmente le relazioni depositate, che potranno essere ritirate in cancelleria solo da questa mattina. La Procura di Pavia, invece, ne avrebbe già preso visione e sarebbe al lavoro per esaminarle nel dettaglio. Le parti avranno tempo fino al 16 dicembre per presentare le proprie osservazioni, mentre la discussione conclusiva, alla presenza dei periti, è fissata per l’udienza del 18 dicembre, quando si chiuderà definitivamente l’incidente probatorio destinato a segnare una nuova tappa nel caso che da diciassette anni continua a scuotere l’opinione pubblica.

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