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Garlasco, la perizia conferma: “Il Dna sotto le unghie di Chiara è compatibile con la linea paterna di Sempio”

Pubblicato: 04/12/2025 11:22

Nuovi sviluppi nell’inchiesta sul delitto di Garlasco hanno riportato alla luce le complesse valutazioni scientifiche sul materiale genetico repertato sul corpo di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella villetta di famiglia il 13 agosto 2007. La recente perizia della biologa genetista Denise Albani, depositata alla giudice Daniela Garlaschelli, analizza in dettaglio il Dna sotto le unghie della vittima, concentrandosi sulla possibile compatibilità con la linea paterna di Andrea Sempio, indagato per concorso nell’omicidio.
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Il documento, lungo 90 pagine e reso noto in parte dal Tg1 attraverso i propri canali social, ribadisce la complessità dell’interpretazione delle tracce genetiche, evidenziando come le analisi sul cromosoma Y non consentano di identificare con certezza un singolo soggetto. L’esperta sottolinea che i risultati ottenuti devono tenere conto delle caratteristiche intrinseche degli aplotipi, e precisa che non è possibile stabilire se il Dna reperito sotto o sopra le unghie provenga effettivamente da Sempio o da altri individui imparentati per via patrilineare.

I limiti scientifici della perizia

La perizia chiarisce inoltre come la presenza di aplotipi misti parziali renda impossibile risalire con precisione al dito o alla mano da cui il materiale biologico è stato depositato. Non è possibile determinare nemmeno le modalità di deposizione né il momento in cui il Dna sia arrivato sotto le unghie della vittima: contaminazioni, trasferimenti accidentali o diretti, rimangono tutte ipotesi non verificabili scientificamente. La relazione, dunque, conferma i limiti già evidenziati nelle precedenti analisi condotte dalla procura con il professor Carlo Previderé, senza fornire nuovi elementi certi sul coinvolgimento di Sempio.

Un punto critico evidenziato dall’esperta riguarda le analisi del 2014, durante le quali il mancato consolidamento dei risultati e l’utilizzo di diversi volumi di eluato per le sessioni di tipizzazione Y hanno reso impossibile replicare i dati e ottenere risultati pienamente affidabili. La perizia definisce questi elementi come artefatti dovuti alle strategie analitiche dell’epoca, sottolineando come ciò abbia condizionato ogni valutazione successiva sul materiale genetico repertato.

Le reazioni della difesa

I legali di Andrea Sempio, Liborio Cataliotti e Angela Taccia, hanno commentato con fermezza il contenuto della perizia: «Non si può dire che sia riconducibile al giorno dell’omicidio, si tratta di artefatti. È una prova inutile», ha dichiarato Cataliotti. «Se la si vuole vedere come una prova serve un grande esercizio di fantasia», ha aggiunto, sottolineando come le criticità scientifiche rendano discutibile l’uso del materiale genetico come elemento probatorio nel processo.

La difesa punta quindi a mettere in evidenza le incertezze metodologiche e l’impossibilità di attribuire in modo certo il Dna sotto le unghie della vittima a Sempio. L’incidente probatorio, iniziato sei mesi fa, ha riportato al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria le analisi genetiche più delicate e controverse del caso, confermando come la scienza possa fornire indicazioni, ma non certezze assolute, quando si tratta di tracce miste e parziali.

La complessità del caso Garlasco

L’omicidio di Chiara Poggi continua a rappresentare uno dei casi più discussi e controversi della cronaca italiana recente. La nuova perizia evidenzia le difficoltà nel trarre conclusioni definitive anche dopo oltre 16 anni dai fatti, confermando che la scienza può contribuire alle indagini solo se integrata a un quadro investigativo più ampio. Il dibattito sulla compatibilità del Dna con Andrea Sempio e le modalità di deposizione delle tracce rimane aperto, ponendo al centro la necessità di distinguere tra evidenze scientifiche consolidate e interpretazioni soggettive.

Il documento di Denise Albani, pur evidenziando compatibilità genetiche, ribadisce come la prova non sia determinante per stabilire responsabilità penale, e come ogni decisione debba essere presa considerando le incertezze intrinseche del metodo scientifico. Il caso, quindi, non si limita all’esame dei reperti: riguarda la capacità della giustizia di interpretare dati complessi e di distinguere tra ipotesi e fatti certi, con un impatto diretto sul futuro giudiziario di Andrea Sempio e sulla memoria della vittima.

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