
L’annuncio ufficiale della FIGC che vedrà la semifinale dei playoff per i Mondiali del 2026 tra l’Italia e l’Irlanda del Nord disputarsi presso lo stadio di Bergamo ha messo fine a settimane di speculazioni, confermando una scelta che si è rivelata essere non solo logistica ma profondamente strategica e scaramantica. Questa decisione è stata presa con l’obiettivo primario di massimizzare il fattore campo che il ranking FIFA ha garantito agli Azzurri, un vantaggio cruciale nel percorso degli spareggi che l’Italia è chiamata a superare per evitare di saltare la sua seconda e temutissima edizione consecutiva della Coppa del Mondo.
L’esigenza di evitare i grandi e blasonati impianti come San Siro a Milano o l’Olimpico a Roma, ritenuti ultimamente luoghi di “maledizione” per la Nazionale, ha guidato la selezione verso una sede meno convenzionale ma dai precedenti storici molto favorevoli. Il destino calcistico della squadra guidata dal CT Gattuso passa ora da un campo che, per la sua storia recente e passata con la maglia azzurra, è considerato un vero e proprio amuleto di buona sorte. La partita, in programma per il prossimo 26 marzo, rappresenta il primo e fondamentale gradino verso l’agognato biglietto per il Nord America.
L’obiettivo è sfatare il tabù degli spareggi
La Nazionale Italiana si trova ad affrontare nuovamente la complessa e nervosa realtà degli spareggi Mondiali, un contesto che negli anni recenti non ha riservato gioie ai tifosi e che ha anzi lasciato un segno profondo con l’eliminazione che ha precluso la partecipazione all’edizione precedente. Per questo motivo, ogni dettaglio della preparazione e, soprattutto, la scelta della sede di gioco, sono stati curati con estrema attenzione. L’Italia intende sfruttare al massimo ogni possibile risorsa per riportare la qualificazione in un palcoscenico che, per la sua storia, merita. Il fattore casa è vitale, e la volontà di giocare in uno stadio in cui si respira un’aria di fiducia e di risultati positivi è un tentativo esplicito di rompere la catena di sfortuna associata agli spareggi. Bergamo è stata scelta come la città in grado di infondere una rinnovata speranza e di convogliare un’energia positiva, lontano dalle pressioni e dalle memorie negative legate ad altri stadi più celebri ma meno propizi nel recente passato azzurro.
La maledizione di San Siro e la preferenza per Bergamo
Una delle motivazioni più importanti e, per certi versi, affascinanti dietro la scelta di Bergamo è l’intenzione, quasi palesemente scaramantica, di eludere la cosiddetta maledizione di San Siro. Lo stadio Giuseppe Meazza di Milano, pur essendo uno degli impianti più iconici e prestigiosi d’Italia e del mondo, è stato il teatro di risultati amari e di prestazioni non all’altezza delle aspettative per la Nazionale, in particolare negli ultimi cicli di qualificazione. L’ombra del fallimento aleggia su alcune recenti apparizioni a Milano, e la dirigenza federale e lo staff tecnico hanno chiaramente optato per una delocalizzazione strategica che potesse alleggerire il carico psicologico sui giocatori. Spostarsi di pochi chilometri da Milano, raggiungendo la città orobica, non è solo una scelta logistica, ma un vero e proprio atto di fede calcistica, puntando su un campo che storicamente non ha mai tradito la fiducia azzurra. La FIGC ha così comunicato l’ufficialità dello stadio di Bergamo come sede della prima partita decisiva, confermando che la priorità è stata data a un luogo dove la squadra può sentirsi protetta e favorita dai precedenti.
I precedenti storici di buon auspicio
L’elemento che più di tutti ha rafforzato la candidatura dello stadio di Bergamo è l’analisi meticolosa dei precedenti storici della Nazionale in terra bergamasca. Nel comunicato ufficiale della Federazione traspare chiaramente una nota di scaramanzia tutta italiana, basata su una statistica impeccabile: l’Italia è completamente imbattuta nei quattro incontri che si sono disputati finora a Bergamo. Questa sequenza di risultati positivi comprende due vittorie per 5-0, la prima storica contro Malta nel lontano gennaio del 1987 e la più recente e significativa contro l’Estonia durante lo stesso girone di qualificazione ai Mondiali. Questi trionfi, specialmente il più recente, forniscono un punto di riferimento estremamente positivo che la squadra di Gattuso spera di replicare contro l’Irlanda del Nord. A completare il quadro dei precedenti favorevoli ci sono stati anche due pareggi per 1-1, uno nell’amichevole contro la Turchia nel novembre 2006 e l’altro nel match di Nations League contro i Paesi Bassi nell’ottobre 2020. Questa serie di risultati, che non include alcuna sconfitta, ha fornito la giustificazione perfetta per evitare le grandi piazze e affidarsi alla speranza che anche in questa occasione il campo di Bergamo possa fungere da talismano per il successo degli Azzurri. È su questa combinazione di ottimismo, statistica e scaramanzia che l’Italia si affida per riportare la Nazionale ai Mondiali dopo due edizioni mancate, un obiettivo che richiede non solo la prestazione tecnica ma anche un piccolo, ma fondamentale, aiuto della buona sorte.


