
Una recente e sconvolgente operazione delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di un gruppo criminale accusato di aver orchestrato una vasta rete di abusi e manipolazione, utilizzando le piattaforme digitali più popolari per avvicinare le loro vittime. Le indagini, condotte con la massima urgenza e riservatezza, hanno svelato un meccanismo inquietante che sfruttava la vulnerabilità dei minori in ambienti virtuali, trasformando quelli che apparivano come semplici spazi di gioco e interazione in vere e proprie trappole.
La gravità delle accuse è eccezionale, puntando i riflettori sulla necessità di un maggiore controllo e consapevolezza sui pericoli che si annidano in Rete. Il caso ha messo in luce una dinamica settaria e coercitiva che andava ben oltre il mero adescamento, mirando a un controllo totale e psicologico delle vittime. L’epilogo giudiziario di questa vicenda è ora atteso, mentre le autorità continuano a indagare sull’intera portata del fenomeno.
La cellula in questione, nota come Greggy’s Cult, è stata smantellata martedì 2 dicembre 2025, quando i suoi cinque membri sono stati arrestati nel Queens, nello Stato di New York. Il gruppo è accusato di aver adescato online bambini di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, forzandoli a commettere atti sessuali espliciti di fronte alle telecamere, per poi esercitare una brutale manipolazione che in alcuni casi ha spinto le vittime al suicidio. I presunti colpevoli dovranno rispondere di accuse estremamente pesanti – come riportato dal New York Post – tra cui sfruttamento sessuale di minore, distribuzione di materiale pedopornografico e cospirazione.
La Dinamica degli Abusi e della Manipolazione
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i cinque uomini, di età compresa tra i 22 e i 26 anni, utilizzavano piattaforme di gioco online molto diffuse, quali Roblox e Counter-Strike, per stabilire un primo contatto con i bambini. Successivamente, reindirizzavano le interazioni sulla app di messaggistica istantanea Discord. È qui che, a partire dal 2019, avrebbero costretto i minori a compiere atti sessualmente espliciti, catturando le immagini tramite screenshot per diffonderle poi online o all’interno della comunità settaria. Il fascicolo della Procura rivela che le vittime venivano anche obbligate a marchiare sui loro corpi i nomi dei membri della setta e a implorare perdono in un video, dichiarandosi di «proprietà dei leader» per dimostrare la loro lealtà. I presunti predatori, inoltre, avrebbero spinto diverse vittime a suicidarsi.
«Questo caso sottolinea con quanta facilità i predatori possano infiltrarsi nelle piattaforme digitali utilizzate dai minori», ha affermato in una nota la commissaria della polizia di New York Jessica Tisch. E ha concluso: «La polizia di New York e i nostri partner federali si sono concentrati sullo smascheramento e sullo smantellamento dei gruppi online che prendono di mira i bambini, e l’atto di accusa di oggi riflette i progressi di questo lavoro».


