
Il Partito Democratico si trova nuovamente al centro di tensioni interne, stavolta con la segretaria Elly Schlein sotto pressione. Dopo i recenti scontri sulla possibile modifica dello statuto per blindare la sua candidatura alle primarie, il dibattito si è spostato sull’antisemitismo e sulle misure legislative ad esso collegate.
A scatenare la discussione è il disegno di legge a prima firma del senatore Graziano Del Rio, sostenuto da alcuni esponenti della minoranza dem, area più distante da Schlein. Le misure contenute nel ddl sono state definite “sconcertanti” dal leader di AVs, Angelo Bonelli, e hanno suscitato irritazione anche tra i sostenitori della segretaria.
Il ddl nasce in seguito alla proposta presentata da Maurizio Gasparri, anch’essa volta a contrastare l’antisemitismo. Invece di emendare il testo del centrodestra, i senatori Pd hanno deciso di redigerne uno proprio, depositato al Senato il 20 novembre, accompagnato da una comunicazione minimale per non creare troppe tensioni interne.

Uno dei punti più discussi riguarda l’adozione della definizione di antisemitismo dell’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance). Secondo tale definizione, ogni critica radicale verso Israele può essere considerata antisemita, suscitando perplessità tra i dem più vicini a Schlein.
Particolare attenzione ha suscitato l’articolo 4 del ddl, che prevede il monitoraggio delle azioni contro l’antisemitismo nelle università, introducendo una figura di controllo sulle attività accademiche e sanzioni per contenuti antisemiti diffusi sulle piattaforme digitali in lingua italiana.
Le misure hanno creato divisioni tra i dem più vicini alla segretaria, molti dei quali sostengono la necessità di condannare ogni forma di antisemitismo ma mantengono una posizione di vicinanza verso il popolo palestinese. Le divergenze sono emerse chiaramente quando il deputato Piero Fassino ha definito Israele una democrazia alla Knesset, mentre Giuseppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd, ha preso le distanze.
Le posizioni della minoranza del Pd si sono fatte ancora più nette con l’intervento della deputata Laura Boldrini e di altri colleghi, che hanno condannato il governo di Netanyahu definendo le azioni israeliane come una soppressione delle libertà e uno stile di “pulizia etnica”.
Durante la conferenza stampa della corrente Pd “Compagno è il mondo”, Boldrini e Provenzano hanno ribadito la loro posizione, sottolineando che Israele non può essere considerata una democrazia secondo il loro punto di vista. La tensione all’interno del partito rimane quindi molto alta.
Tra ironia e preoccupazione, un deputato dem ha osservato: “E se alla fine noi del Pd facessimo saltare il ddl proposto dallo stesso Pd? Sarebbe il colmo”, sintetizzando lo stato di divisione interna sul tema dell’antisemitismo e delle politiche legislative correlate.


