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“Cala più di tutti”. Sondaggi, risultati a sorpresa: c’è chi brinda

Pubblicato: 05/12/2025 08:34

In queste settimane di intensa lettura dei sondaggi, il clima politico italiano sembra muoversi su una linea di equilibrio instabile, con oscillazioni che non stravolgono gli assetti ma indicano comunque un dinamismo che non passa inosservato. La più recente media elaborata da YouTrend per Agi restituisce l’immagine di un panorama in cui i principali partiti continuano a contendersi posizioni ormai consolidate, mentre il cosiddetto campo largo prova a mantenere coerenza nei numeri e nelle prospettive future.

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Il dato complessivo che emerge è quello di un’Italia ancora saldamente orientata verso il centrodestra, che nel suo insieme resta vicino alla soglia del 50% dei consensi. Le rilevazioni registrano infatti una lieve variazione di tendenza che coinvolge tutti gli attori principali, con alcune forze impegnate a contenere flessioni inattese e altre che provano a sfruttare questo momento di transizione per recuperare terreno. Parallelamente, l’opposizione ripropone l’immagine di un fronte ampio ma non sempre organico, la cui efficacia elettorale dipende in larga parte dalla capacità di restare compatto.

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia

Sondaggi: chi sale e chi scende

È osservando più da vicino i dati delle singole formazioni che si coglie la portata di questi movimenti. Nel campo progressista, il Partito democratico mostra segnali incoraggianti: la media YouTrend lo colloca ora al 22,1%, con un incremento dello 0,4%. Un risultato letto dagli stessi dem come l’effetto combinato delle ultime tornate regionali in Puglia e Campania e del rallentamento dei principali avversari. La distanza dalla vetta resta comunque ampia, quasi otto punti, e rappresenta una sfida che il Pd dovrà affrontare lavorando sia sul consenso nazionale sia sulla costruzione di un progetto politico realmente competitivo.

Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle

È a questo punto che entra in scena il dato più rilevante della rilevazione: Fratelli d’Italia, pur mantenendosi su livelli altissimi, si attesta al 29,9% e registra un -0,5%. Dopo settimane di crescita costante, la formazione guidata da Giorgia Meloni scende per la prima volta sotto la soglia del 30%. Un arretramento che appare più tecnico che politico, influenzato dal numero elevato di sondaggi pubblicati dopo le regionali e dalla fisiologica assestazione di consensi tipica dei periodi post-elettorali. Nonostante registri il calo più significativo tra tutti i partiti, FdI conserva un margine molto solido rispetto ai concorrenti e resta la forza trainante dell’intero schieramento conservatore.

Le variazioni tra i principali partiti

Giuseppe Conte durante un comizio

Poco distante, il Movimento 5 stelle rimane stabile al 12,5%, segnando un +0,1%. Sono numeri che confermano la difficoltà del partito nell’andare oltre la sua attuale fascia di consenso, pur mantenendo una presenza significativa nei rapporti di forza dell’opposizione. Buone notizie anche per Alleanza Verdi-Sinistra, che rimane al 6,5% con un lieve incremento.

Nel centrodestra, la fotografia è altrettanto interessante. Forza Italia scende di un decimo e si ferma al 9%, mentre la Lega si avvicina all’8,5%, ottenendo il miglior risultato di crescita dopo il Pd: +0,3%. Il Carroccio beneficia con ogni probabilità dell’effetto Veneto, dove, nonostante l’exploit personale di Luca Zaia, il partito ha confermato il suo ruolo di prima forza regionale.

La situazione dei partiti minori e delle coalizioni

Tra i partiti minori, Azione cala al 3,1% (-0,2%), mentre Italia viva resta ferma al 2,6% e +Europa all’1,6%. Più marcata, invece, la flessione di Noi moderati, che scende all’1% perdendo due decimi.

A fare davvero la differenza, però, è il confronto tra coalizioni. Il centrodestra, unendo le sue quattro componenti, raggiunge il 48,4%: un risultato ancora molto competitivo, pur in un trend leggermente discendente. Dalla parte opposta, il campo largo – Pd, M5s, Avs, Italia viva e +Europa – arriva al 45,3%. Tre punti di distacco che mantengono aperta la competizione, ricordando però che alle urne una coalizione realmente unita potrebbe creare dinamiche diverse rispetto ai singoli partiti.

Il quadro generale, dunque, racconta un’Italia in cui gli equilibri restano solidi ma non immobili. Gli interspazi tra partiti e alleanze si stringono e si allargano con cautela, lasciando intuire che i prossimi mesi, complice anche il dibattito sulla nuova legge elettorale, potrebbero segnare l’inizio di una fase politica molto più movimentata di quanto si pensasse.

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