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Garlasco, possibile estensione della perizia all’impronta 33: la nuova strategia della difesa Sempio

Pubblicato: 05/12/2025 19:18

Un nuovo scenario si apre nell’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi, riportando al centro dell’attenzione la discussa impronta 33, uno dei reperti più controversi del caso. A pochi giorni dall’udienza del 18 dicembre, la difesa di Andrea Sempio valuta l’ipotesi di chiedere che gli accertamenti tecnici vengano estesi anche a quella traccia individuata nel 2007 sulle scale che conducono al seminterrato della villetta di via Pascoli a Garlasco, in provincia di Pavia.

Una scelta che segna un possibile cambio di rotta rispetto alla linea adottata nei mesi scorsi, quando il collegio difensivo aveva escluso di voler includere questo reperto tra quelli affidati ai consulenti del giudice. Resta centrale la natura della “traccia di interesse dattiloscopico classificata 33”, attribuita dagli inquirenti allo stesso Sempio e contestata nelle ricostruzioni difensive.

Una svolta possibile

Le operazioni peritali, avviate il 17 giugno negli uffici del Gabinetto di polizia scientifica della Questura di Milano, hanno riguardato l’analisi di impronte, para-adesivi e materiali raccolti nel 2007. I tecnici hanno trasmesso nelle scorse settimane l’esito delle valutazioni relative ai profili genetici estratti dai margini ungueali della vittima, ricostruendo uno scenario che la procura considera significativo ai fini dell’inchiesta.

Nonostante ciò, la impronta 33 non è stata inclusa tra i reperti sottoposti a nuovo esame. È stata invece rivalutata la traccia numero 10, un’impronta mai attribuita a nessuno che, nelle ipotesi investigative, potrebbe appartenere a una persona che avrebbe affiancato Sempio nell’azione criminosa.

L’analisi dei reperti genetici

Il collegio incaricato dalla giudice ha risposto a cinque quesiti chiave, tra cui l’estrazione dei profili genetici dai margini ungueali di Chiara Poggi e la comparazione con quelli ricavati da oggetti già esaminati dai Ris di Parma. Tra i reperti rimasti nei laboratori figurano confezioni alimentari, un frammento del tappetino del bagno, vasetti di yogurt e altri materiali conservati dal 2007.

Alcune tracce di Dna rinvenute sotto le unghie della giovane sarebbero compatibili con il profilo genetico di Andrea Sempio, elemento considerato rilevante per la riapertura del fascicolo dopo molti anni. Restano invece senza autore altri profili, come quello legato alla famigerata impronta numero 10.

La strategia della difesa

L’idea di inserire anche l’impronta 33 nel perimetro dell’incidente probatorio rappresenta una possibile inversione della strategia difensiva. Il precedente pool di avvocati, composto da Massimo Lovati e Angela Taccia, aveva scartato questa possibilità nonostante il parere contrario del consulente di allora, il generale Luciano Garofano, ex comandante dei Ris, poi dimessosi.

Garofano aveva insistito affinché quel reperto fosse affidato ai periti Albani, Marchigiani e Di Censo, ritenendolo determinante per chiarire le dinamiche del delitto. Anche la famiglia Poggi, assistita dagli avvocati Giovanni Tizzoni e Francesco Compagna, aveva sollecitato un approfondimento, richiesta respinta dalla procura.

Con il nuovo gruppo difensivo – in cui resta solo l’avvocata Taccia, legata da un rapporto di lunga data con il suo assistito – torna ora concreta la possibilità di chiedere la verifica della traccia, costituita da sudore e priva di sangue. La difesa sostiene che l’attribuzione dell’impronta a Sempio possa essere frutto di una “inversione di approccio investigativo”, motivo che rende necessario un nuovo passaggio tecnico.

Se la richiesta verrà formalizzata, sarà la giudice a stabilire se includere la impronta 33 tra i reperti da sottoporre ad analisi, aggiungendo un nuovo capitolo a un’inchiesta che continua a riservare sviluppi inattesi.

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Ultimo Aggiornamento: 05/12/2025 19:19

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