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“Deve pagare lei”. Tatiana scomparsa e ritrovata, le parole durissime di Roberta Bruzzone

Pubblicato: 05/12/2025 19:32

La vicenda legata alla scomparsa di Tatiana Tramacere ha assunto contorni inattesi, trasformandosi da presunto caso di cronaca nera a una storia di allontanamento volontario. La giovane, sparita per dieci giorni, è stata ritrovata senza segni di violenza, un epilogo che ha spinto gli inquirenti a riconsiderare l’impianto dell’indagine. La mobilitazione nazionale seguita alla denuncia della famiglia ha alimentato un dibattito acceso, ponendo al centro dell’attenzione il tema della gestione delle risorse pubbliche nelle ricerche delle persone scomparse.

Secondo gli accertamenti più recenti, la procura si orienterebbe verso l’archiviazione. L’ipotesi iniziale di istigazione al suicidio a carico dell’amico che aveva ospitato la ragazza non troverebbe conferme, mentre si fa strada la convinzione che tutto sia avvenuto su base volontaria. Il clamore mediatico e le polemiche emerse nelle ultime ore hanno contribuito a rendere la vicenda un caso emblematico, riportando l’attenzione sul rapporto tra ricerca della verità e gestione dell’allarme sociale.

Le indagini sugli spostamenti

La ricostruzione degli spostamenti di Tatiana Tramacere a Nardò, in provincia di Lecce, è stata possibile grazie a un lavoro minuzioso degli inquirenti. Dopo la denuncia presentata quattro giorni dopo la scomparsa, gli investigatori hanno acquisito e analizzato i filmati delle telecamere della zona, nonostante un violento temporale avesse compromesso gli impianti pubblici. L’esame delle immagini è stato determinante: la giovane è stata ripresa insieme all’amico Dragos Ioan Gheormescu mentre si allontanava dal parco vicino alla sua abitazione per dirigersi verso la casa di lui.

Dai filmati è emerso che, una volta entrata nell’appartamento, la ragazza non ne era più uscita. Questa evidenza ha spinto carabinieri e tecnici del Ris a intervenire, temendo un possibile scenario delittuoso. L’accesso all’abitazione ha invece portato a un epilogo inatteso: Tatiana era viva, nascosta in un abbaino sul terrazzo e in condizioni apparentemente buone. Aveva con sé due telefoni, diversi dal suo, dettaglio su cui gli inquirenti stanno effettuando ulteriori verifiche. L’amico è stato ascoltato come unico indagato, ma l’inchiesta sembra ormai avviarsi verso una chiusura.

Le polemiche dopo il ritrovamento

Il ritrovamento della giovane ha scatenato un’ondata di polemiche, alimentate soprattutto dalla criminologa Roberta Bruzzone. In un intervento molto diretto, Bruzzone ha criticato la mobilitazione delle risorse pubbliche, definendo quella di Tatiana un’“emergenza inventata”. Secondo la criminologa, non è accettabile che forze dell’ordine, volontari, unità cinofile ed elicotteri vengano impiegati per giorni in assenza di una reale situazione di pericolo, e per questo ha sostenuto che la ragazza dovrebbe pagare i costi delle operazioni.

Le parole di Bruzzone hanno acceso il dibattito sulla responsabilità nei casi di allontanamento volontario. Per la criminologa, questa vicenda dovrebbe diventare un precedente chiaro, utile a evitare future mobilitazioni ingiustificate e a proteggere le risorse destinate alle vere emergenze. Un punto di vista che ha diviso l’opinione pubblica, tra chi chiede maggiore rigore e chi invita alla prudenza nel giudicare comportamenti personali che possono nascondere fragilità e difficoltà non immediatamente visibili.

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