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“Le voleva gratis e si è messa a piangere”. Attacco a Chiara Ferragni, parla proprio lui: “Pensava solo ai soldi”

Pubblicato: 05/12/2025 20:45

Pasquale Morgese rompe il silenzio e racconta la sua esperienza come socio della holding di Chiara Ferragni. Intervistato da Farwest su Rai Due, l’imprenditore pugliese ripercorre il percorso di collaborazione e il successivo allontanamento dai progetti dell’imprenditrice digitale, evidenziando una visione dell’azienda orientata esclusivamente al profitto.

Dall’orgoglio alla frattura del 2018

All’inizio del rapporto, Morgese racconta di essersi sentito «orgoglioso come un padre che vede crescere un figlio». La collaborazione era intensa e personale, fino al 2018, quando l’uscita di Riccardo Pozzoli dai progetti Ferragni comporta il primo strappo. Ferragni chiede a Morgese di rilevare le sue quote, e lui accetta. Poi arriva la richiesta decisiva: cedere gratuitamente le stesse quote. Morgese racconta: «Non posso, non voglio. Chiedo almeno l’importo versato in precedenza. Lei si mette a piangere. Diceva che pensava gliele avrei regalate». È da qui, secondo l’ex socio, che il rapporto si incrina definitivamente.

Dopo lo strappo, Morgese descrive un clima sempre più ostile all’interno del cda, con riunioni fredde e controlli serrati. Centrale in questa fase è l’arrivo di Fabio Maria D’Amato, definito da Ferragni «il mio braccio destro e sinistro» e oggi a processo insieme a lei. Secondo Morgese, D’Amato avrebbe voluto dimostrare la propria supremazia dopo Ferragni, trasformando l’approccio aziendale: «Chiara pensava solo a far soldi. Era la nuova missione. L’acquisizione, l’espansione. Il valore non era più il prodotto, l’emozione del cliente o l’identità del marchio. Il valore era l’incasso. Punto». Per l’ex socio, ogni decisione sembrava orientata al profitto immediato, anche a rischio di perdere autenticità.

Lo scandalo dei pandoro e la crisi aziendale

Il momento critico arriva con lo scandalo dei pandoro, per cui la procura di Milano ha chiesto una condanna a un anno e otto mesi per truffa aggravata. Morgese ricorda: «Siamo fritti». Da lì inizia un declino fatto di calo dei fatturati e crisi reputazionale. Con l’arrivo di Claudio Calabi, manager esperto in ristrutturazioni, Morgese sottolinea che il cda approva un aumento di capitale da 6 milioni sottoscritto solo da Ferragni. «Lavorava per l’azienda, sì, ma sembrava lavorare soprattutto per Chiara», afferma l’ex socio, che insieme ad altri soci si rifiuta di partecipare.

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