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Attacco incrociato sull’Europa, Mosca applaude Trump e rilancia: “In linea con la nostra visione”

Pubblicato: 08/12/2025 06:35

Il nuovo corso americano verso la Russia e la ridefinizione del ruolo dell’Europa nella strategia globale stanno producendo un contraccolpo immediato nelle capitali coinvolte. La dottrina della Casa Bianca, che smette di considerare Mosca un nemico diretto e descrive l’Unione come un continente in declino, trova consensi espliciti al Cremlino. Dimitry Peskov parla di “passo positivo”, sottolineando che gli aggiustamenti strategici annunciati da Washington risultano “coerenti con la nostra visione”. E intanto prova a mostrarsi conciliante sul conflitto ucraino, affermando che la Russia continua a lavorare “in modo costruttivo” per una soluzione pacifica. Un messaggio che stride con la realtà dei fatti, perché al tavolo dei negoziati la situazione resta praticamente congelata, nonostante a Miami le delegazioni americana e ucraina tentino di chiudere un compromesso sul Donbass occupato con garanzie di sicurezza assimilabili all’articolo 5 della Nato.

Ma da Mosca i segnali non sono incoraggianti. Il consigliere presidenziale Yuri Ushakov invoca “cambiamenti radicali” al piano di pace americano, lasciando intendere che il Cremlino vuole riscrivere la cornice negoziale. A complicare il quadro arriva anche l’intervento di Donald Trump jr, che dal palco di un forum a Doha attacca Kiev e l’Unione, sostenendo che gli Stati Uniti “non sono più il grande idiota con il libretto degli assegni aperto” e che suo padre potrebbe interrompere gli aiuti militari all’Ucraina. Pur senza ruoli formali nell’amministrazione, la sua voce resta influente nel mondo Maga, e si accompagna a critiche dure: le sanzioni contro la Russia, dice, avrebbero solo fatto aumentare il prezzo del petrolio, mentre la strategia europea “non è un piano”.

Reazioni europee e nuova frattura geopolitica

Le 32 pagine della nuova strategia di sicurezza americana accendono un’ondata anti-europea che non arriva solo da Mosca. Il vicepremier polacco Radoslaw Sikorski accusa gli oligarchi “Dimitriev e Musk” di voler dividere l’Europa per dominarla e propone persino un sondaggio pubblico che mette davanti a due opzioni provocatorie: “capitolare” o “Make Europe Great Again”. Kirill Dimitriev, negoziatore dell’armistizio per conto di Putin, rincara la dose sostenendo che i diplomatici europei sarebbero “nel panico” e che il continente deve affrontare problemi come l’immigrazione incontrollata, la criminalità e la de-industrializzazione. È un attacco frontale alla legittimità del progetto europeo, rilanciato nel momento in cui il Cremlino sente il vento strategico girare a suo favore.

La nuova dottrina americana e il cambio d’epoca

Il segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth chiarisce la natura del nuovo corso: il Pentagono concentrerà le proprie energie nell’emisfero occidentale, con un’attenzione prioritaria al quadrante indo-cinese. Niente più “idealismo utopico”, niente più missioni di costruzione democratica o interventi per cambiare regimi: “È l’ora del realismo duro e puro”, dice Hegseth. La linea si ispira alla vecchia Dottrina Monroe e ribalta l’impostazione americana del dopo Guerra Fredda, ridimensionando l’Europa come teatro strategico e aprendo una fase in cui gli Stati Uniti non intendono più farsi carico del ruolo di garante universale.

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Ultimo Aggiornamento: 08/12/2025 06:37

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